La teoria del Moneyball è applicabile al calcio? Comolli si presenta e sceglie l'ossessione per la vittoria

Magari sarà stata una frecciatina voluta o involontaria, ma quell'insistenza del nuovo direttore generale della Juventus, Damian Comollì, sul concetto dell'ossessione per la vittoria riporta in alto le ambizioni della Juventus. Naturalmente tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare di variabili, di difficoltà, di lavoro da fare per ristrutturare di nuovo il mondo Juventus. Ma se il principale obiettivo era quello di spostare di nuovo in alto l'asticella delle ambizioni la strada sembra essere giusta. Certo, parliamo di una scatola magica da cui può uscire di tutto con la speranza che la magia riesca e che la formula, è il caso di dirlo e rimarcarlo, sia quella giusta. Si, perché Comollì non ha nascosto il suo riconosciuto metodo di lavoro: affidarsi ai numeri, alle statistiche, in una parola ai dati sia per creare la società che nella scelta dei giocatori. Una sorta di Moneyball applicato al calcio, teoria nata nel baseball con l'obiettivo di ridurre la forbice tra chi può spendere e chi senza grossi investimenti può concorrere per la vittoria.
Baseball e calcio sono due sport completamente diversi, è chiaro, quindi la teoria in questione deve essere reinterpretata, decodificata e infine applicata nel modo giusto per non trasformare un'idea in un flop. Flop che non può più permettersi la Juventus. La prima cosa positiva, intanto, è la scelta del club di pensare prima a ristrutturare la dirigenza, con una piramide di ruoli ben definiti prima di agire sul mercato, con la stessa scelta dei dirigenti che sarà studiata, verificata, e infine messa in atto senza i cattivi consigli che spesso vengono elargiti dalla fretta. Di errori e fretta ce n'è stata anche troppa, nel fare e disfare, negli ultimi anni, ora serve muovere i giusti passi nella giusta direzione. Anche per tornare a vincere ci vorrà tempo allora? Probabilmente sono due cose inversamente proporzionate. Spesso si vuole puntare subito ai migliori e al meglio per vincere e altrettanto spesso non ci si riesce; magari creare con pazienza e meticolosità la struttura che deve formare la squadra può avvicinare alla vittoria molto più in fretta che spendendo e spandendo. Serve calma e sangue freddo e soprattutto la voglia, conclamata, di voler concorrere per vincere. Senza alibi.
La strada è quella giusta? Intanto è una strada precisa, non improvvisata, e questo può essere un buon segnale dopodiché si conosce troppo poco del modus operandi di Comolli per essere certi del risultato finale e si conosce troppo poco anche dell'applicabilità del principio del Moneyball al calcio ma questa volta non si può più sbagliare e confermare Tudor anticipando le domande è stata una mossa saggia per regalare intanto serenità allo spogliatoio e continuità al progetto tecnico. Il resto ce lo diranno i dati....

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