Lo suggerisce anche il Mondiale: sarà fondamentale ripartire dal senso di squadra

Lo suggerisce anche il Mondiale: sarà fondamentale ripartire dal senso di squadraTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 23 novembre 2022, 19:20Editoriale
di Vincenzo Marangio

C'è una domanda nel calcio che ha cambiato risposta. La domanda è: è più importante la squadra o il campione? E per tanti anni, anche se qualche nazionale o squadra di club ha provato a smentirla, la risposta era: il campione. Campioni moderni come Messi e Ronaldo che hanno trascinato le loro squadre e, per quanto possibile, le loro nazionali. Campioni un po' meno moderni come Baggio o Batistuta, come Totti o Del Piero che non soltanto erano leader in campo ma capaci di incidere in squadra anche soltanto con la propria presenza nello spogliatoio. Per non parlare dei mostri sacri del passato, di Pelè, di Platini o quel Maradona che riuscì a vincere letteralmente da solo il Mondiale con una delle rappresentative dell'Argentina più povera di valori e, diciamocela tutta, scarsa. Quel Maradona che è riuscito a regalare, non a caso, gli unici due scudetti della storia del Napoli. Quindi, la risposta alla domanda ("Più importante il campione o la squadra") era, fino a questi tempi moderni, il campione.

Ma adesso il calcio si è evoluto, la storia è cambiata e anche la risposta è diversa. Ce lo dice questa stagione in cui vediamo il dream team del Psg non riuscire ad arrivare neanche in finale di Champions, il Bayern  Monaco con un passo nettamente meno dominante o lo stesso Napoli che si è insediato in vetta alla Serie A sfruttando il concetto di squadra. Quel concetto di squadra che, per esempio, ha permesso niente meno che all'Arabia Saudita di battere con enorme merito la super favorita Argentina. Poi, ovvio, è sempre l'equilibrio che fa la differenza e così come se hai una squadra di campioni ma senza concetto di squadra rischi figuracce, al tempo stesso se hai un bel concetto di squadra ma ti mancano delle individualità comunque importanti poi, alla lunga, qualcosa perdi.

La Juventus ha la fortuna di poter interpretare nel migliore dei modi il ruolo di leader del calcio moderno: ha ritrovato, a fatica, un concetto di squadra che si era smarrita con l'avvento di Ronaldo e ora, attraverso mille difficoltà, ha imparato a vincere di squadra in attesa dei campioni ai quali aveva, anche quest'anno, scelto di appoggiarsi. Ma poi i campioni torneranno e, anche se dieci punti sono difficilissimi da rimontare, soprattutto se il Napoli continua ad avere un passo irraggiungibile, non è poi così impossibile.

Se al concetto di unità di squadra e solidità ritrovata, Allegri sarà bravo a inserire i vari Pogba, Di Maria, Chiesa, senza disperdere i valori dei vari Miretti, Fagioli, Iling e dello stesso Vlahovic da recuperare, allora la Juventus avrà tra le mani le armi perfette per vincere la guerra anche i rimonta. Una rimonta per la quale saranno propedeutici due aspetti: il primo è quello di vedere come ricomincerà il Napoli in casa dell'Inter, per capire se è stato un duraturo fuoco di paglia o se è solida realtà; il secondo è vincere entrambi gli scontri diretti con i partenopei, soltanto così il sogno rimonta e quindi scudetto potrebbe essere più che realizzabile. Il tutto senza perdere di vista l'importanza di provare a vincere l'Europa League per poter trasformare lo scenario buio di inizio stagione in qualcosa di più intrigante e vicino al dna juventino....