Moggi a RBN: "Ho comprato le schede svizzere perchè ho sempre avuto la sensazione che ci intercettassero sul mercato"

Moggi a RBN: "Ho comprato le schede svizzere perchè ho sempre avuto la sensazione che ci intercettassero sul mercato"TUTTOmercatoWEB.com
martedì 29 novembre 2022, 22:45Esclusive
di Matteo Barile

Luciano Moggi continua a smacherare le sue verità nascoste all'interno di "Cose di Calcio". L'ex dg della Juventus focalizza l'appuntamento odierno su due aspetti in particolare: le contestatissime schede svizzere, che tanto gli sono costate e le intercettazioni tra Galliani e Meani, i quali potevano essere definiti come il braccio e la mente di un sistema, comandato dal Milan. Queste sono le parole di Moggi a proposito: 

SULLE SCHEDE SVIZZERE - "Io ho fatto un preliminare a un giocatore, che era Stankovic. Questi è stato due mesi a dirmi "vinciamo il campionato"...poi è sparito dalla circolazione. Io ho sempre avuto la sensazione che ci seguissero in queste trattative. Questa sensazione potrebbe essere stata suffragata dal fatto che alcuni ci intercettavano. Da quel momento, ho ritenuto opportuno di cercare di tutelarmi e di prendere delle schede, che non potessero essere intercettate. E li ho sbagliato, perchè non c'è nessuna scheda che può essere intercettata, tant'è che c'è un maresciallo dei carabinieri di via Inselci, che è andato a rilasciare un'intervista al Corriere dello Sport, in cui ha detto che non c'erano gli estremi per poter iniziare un processo. E questo è uno di quelli che era venuto nella sede della Juventus a cercare i documenti. Il punto è che hanno intercettato le schede svizzere e sapevano tutto. E quando il maresciallo Di Laroni, che era il tester delle schede svizzere, è venuto in processo, è stato interrogato e aveva detto che queste non portavano traffico. Invece, nella sentenza, c'è scritto che bastano delle dichiarazioni ammantate di clandestinità, derivante dalle schede svizzere, il che è proprio il contrario di quanto dichiarato dal maresciallo. Può darsi pure che queste portassero un traffico che a loro non interessava, che era quello del mercato. Io non ho mai dato schede agli arbitri, ma ne ho date una a Bergamo. Pairetto non ne aveva bisogno, perchè andava in Svizzera a comprarsele da solo. Io ho dato una scheda, quando si andava alla cena dove c'erano il presidente della Lega, della Federazione, del Coni, delle strutture arbitrali e tutti i numeri uno di A, B e C tutti gli anni a Natale. Qui si cementava l'amicizia, parlando di una cosa in particolare: io, ad esempio, mi volevo difendere sia dalle partite amichevoli per la richiesta dei biglietti che dallo spionaggio industriale, derivante dal fatto che ci seguivano sul mercato, con delle schede svizzere. Bergamo mi ha detto di darmene una e gliel'ho data. Non vedo niente di straordinario".

SULL'INTERCETTAZIONE TRA GALLIANI E MEANI - "Galliani faceva gli interessi del Milan e non quelli della Lega. Siccome qui c'eravamo anche noi della Juventus, lui si comportava così. Eravamo in lotta per vincere il campionato. Giocare in una data diversa da quella che doveva essere per recuperare Kakà ha portato il recupero della partita nello spazio di venti giorni successivi all'effettiva calendarizzazione. Questo sta a dimostrare quello che comandavamo noi, ma c'è di più: al di là della forza tecnica del Milan, i rossoneri esercitavano forza politica e Gianni Letta, che poteva risolvere il problema di un arbitro è una cosa gravissima. Il pm Narducci ci dovrebbe dire se è più grave suggerire un arbitro a uno che te lo richiede, considerando quest'intercettazione. A me Bergamo aveva chiesto un suggerimento su come fare la griglia e io gli ho detto di impostarla sui cinque arbitri, che, in realtà non è stata mai attuata. La realtà è che hanno messo sulle spalle nostre il potere che avevano altri. Ma c'è di più: quest'intercettazione sta a dimostrare come non avevano solo il controllo della Serie A. Questi volevano il controllo anche delle serie minori. In A e B volevano mettere Puglisi, che, quando non arbitrava, andava a vedere le partite con la divisa del Milan. Questo è un arbitro che, in un Milan-Roma, dette buono un goal del Milan, realizzato con la mano. Tale profilo ha fatto da assistente nella finale di Supercoppa a New York contro il Milan nel 2003. L'arbitro di quella partita era Collina, che sapeva tutto e che era diventato bravo, perchè furbo. Ricordatevi che, quando Collina è stato designato per Milan-Chievo, Puglisi ha fatto una telefonata a Meani e si è complimentato con lui, dicendo: "L'hai fatta tu questa designazione?": come a dire, hai scelto quelli che ti interessavano. La stessa cosa l'ha fatta con Messina. E questa qui credo che sia una cosa importantissima da considerare. Poi, non c'era solo lui da considerare. C'erano 5/6 assistenti, di cui abbiamo già fatto i nomi in passato, che erano quasi alle dipendenze di Meani. Questa è una cosa gravissima: caro pm Narducci, si guardano tutte le cose, quando si fanno i processi".