Miretti ha scelto la gara giusta per il primo gol, la Fiorentina poteva attaccare un'altra ora ma non avrebbe segnato.

Miretti ha scelto la gara giusta per il primo gol, la Fiorentina poteva attaccare un'altra ora ma non avrebbe segnato. TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 6 novembre 2023, 00:04Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Voglio iniziare con la bella notizia che Stefano Tacconi è fuori pericolo. L'ho visto a "Verissimo" su Canale 5 dalla brava, educata e sempre misurata Toffanin. Era sulla sedia a rotelle, ma lucido: il guerriero che per molti anni ha difeso con grandi parate la porta della Juventus. Al di là della passione sportiva, la gioia per un uomo che ha sofferto tanto prima di uscire dal tunnel.

Passiamo al calcio, quello italiano, al quale ormai si fa fatica ad appassionarsi. Per tanti motivi. Ammetto che la mia ingiallita carta d'identità finisce col fare la differenza. Ho grande nostalgia dei gesti tecnici che riuscivano a regalare gli Schiaffino, i Sivori, i Suarez, i Rivera, i Corso. Poi i Maradona, i Platini, i Falcao, i Van Basten. E i Baggio, i Totti, i Del Piero, i Ronaldo, gli Zidane, gli Ibrahimovich. L'ultimo è stato Cr7: ma era già "altra roba" nonostante fosse sotto porta una sentenza. Ho nostalgia, soprattutto, di un calcio che ancora regalava sogni. Magari gli anni che passano portano al cinismo e al pessimismo. Ma a leggere le statistiche - la moria di interesse presso i giovanissimi - è per il calcio un problema gigantesco.

La tecnologia doveva essere un aiuto. Ora, lungi dall'esserlo, la tecnologia è diventata la sentina di ogni abuso. E neppure, oggi, puoi alzarti dopo un evidente errore a gridare "arbitro cornuto". Mica puoi gridare "Var cornuta": saresti patetico. Dietro alla macchina, però, c'è sempre un uomo che sbaglia. Che applica in modo difforme un regolamento che dovrebbe essere univoco. Ma non lo è. Il primo gol del Napoli (in Salernitana – Napoli) è viziato da un fuorigioco di almeno mezzo metro. Una svista clamorosa che fa incazzare. Non tanto per la svista, quanto perché in tanti si sono spesi a spiegarti che "il var non poteva intervenire, a norma di regolamento". Quel regolamento che fa vomitare. E che calpesta il buon senso. Un fuorigioco di mezzo metro (e il fatto che l'episodio sia accaduto in una partita del Napoli, è assolutamente casuale) non viene segnalato. Il "tacchetto" di Kean in Verona – Juventus, viene "pescato" dai varisti con petulante solerzia. Dietro ogni decisione (tecnica, politica, regolamentare) c'è sempre un uomo. Il designatore Rocchi ha fermato un certo arbitro, colpevole di una direzione di gara con troppi errori. Ma quell'arbitro avrebbe dovuto essere fermato (e per molto tempo), anni fa dopo lo scempio ai danni di Morata e di Chiesa, quando in panchina c'era Pirlo. Scempio per il quale, viceversa, fu assolto. Dal designatore e dai media.

E qui veniamo agli interessi di "bottega": quelli editoriali. Si scrive pensando al bacino d'utenza e alle vendite. Ci sono i giornali del nord. E quelli del sud. E si scrive di conseguenza, vellicando la pancia dei tifosi. Si scrive e si usano le immagini. Si usano le immagini a seconda della "convenienza". Nel senso che se si vuole amplificare un episodio si va avanti per una settimana. E se viceversa si vuole archiviare, l'accadimento passa velocemente in "cavalleria". Poi ci sono i procuratori federali. Che quando vogliono penalizzano alla grande. E quando non vogliono sbattono i fascicoli sotto ad una pila di scartoffie. Quando vogliono indagano per una presunta o vera dimenticanza arbitrale. E quando non vogliono, neppure una truffaldina recita da Oscar li convince ad intervenire. Il tutto gestito da un presidente federale che dirige (parole sue) "la Federazione più efficiente della storia della Figc". E che (giustamente dal suo punto di vista) intona in un ristorante accanto ad amici (tutti importanti, mica Piero er giornalaro) a squarciagola "I migliori anni della nostra vita".

Un presidente magari meno "efficiente" di Gravina, avrebbe alzato il telefono e avrebbe detto al suo omologo della Lega Calcio: "Reputo che rinviare la gara Fiorentina – Juventus, stante la situazione creata dal maltempo in Toscana, sarebbe cosa saggia. Tra l'altro ci sono numerose vittime da onorare". Io sto con la curva Fiesole dei toscani che è andata spalare fango. Hanno ragione quei tifosi: il tifo unisce le persone. Ma in qualche caso (e questo lo è) ci cose più importanti del calcio. Ma il calcio è ormai una macchina infernale. Dove recuperare una gara costituisce una fatica di Sisifo, tanto il calendario è "intasato". Nel tennis, Sinner si è rifiutato di giocare dopo aver finito di giocare alle tre del mattino e con un riposo di appena 10 ore. Sarebbe il caso che l'ineffabile Associazione Calciatori, oltre che baciare la pantofola di Gravina, si desse una mossa. Anche i calciatori ormai sembrano "cavalli" da spremere fino all'ultima corsa.

Si è giocato, a Firenze. E la Juventus ha vinto in uno stadio dove vincere (per la Juve) è sempre complicato. Ha segnato Miretti che ha scelto una gara speciale per realizzare la rete che da tempo sognava: la sua prima in serie A. Da sei gare la Juventus non subisce reti. E anche al Franchi l'impressione è stata che se anche la gara fosse durata per un'altra ora egualmente la Viola non sarebbe andata in gol. Sarà un caso ma da quando è entrato Rugani, la difesa bianconera sembra più sicura. Magari è solo una mia impressione. Morale: la Juve resta al secondo posto, sempre a due punti dall'Inter ma con la convinzione di essere diventata una vera squadra. E qui, il merito va dato tutto ad Allegri. Il cui gioco magari non è sfavillante. Al quale basta un gol a partita per costruire le vittorie. Ma va sottolineato che negli ultimi tre minuti, la Juve ha terminato nell'area avversaria. Il Milan è crollato. La Rometta di Mourinho l'ha sfangata con il Lecce nei minuti di recupero. Il Napoli si è giovato di un primo gol che andava annullato. La Lazio è crollata a Bologna. La Fiorentina, possiamo dirlo, appare in crisi. Mi piace molto il Monza dell'ex Juve Palladino. Insomma una campionato ancora aperto. Anche se le Sibille che tutto sanno e tutto nelle braci ardenti sacrificali, tutto "vedono" lo hanno assegnato "certamente" all'Inter. Lo penso anche io. L'Inter può solo perderlo lo scudetto. E magari proprio per questo, potrebbe perderlo. Io non possiedo sfere di cristallo. Non mi spingo in pronostici. Dico solo che la cosa è possibile. E non credo di dire una bestemmia. Non cito i singoli. Una Juventus che vince a Firenze, va elogiata tutta. Cito Allegri che aveva sollecitato Miretti a fare gol. "Missione compiuta, mister".

Dice che nel mirino di Inter e Juventus sia finito Thiago Alcantara. Un gran giocatore: qualche anno fa. Oggi trentaduenne, il "cervello" iberico è da tempo in parabola discendente. Fossi in Giuntoli, lascerei perdere.

Infine la scelta "paraculesca" (secondo Tony Damascelli), o "pinocchiesca" (che è praticamente la medesima cosa, solo meno esplicita) del Papa. Che intervistato dal Tg1, dopo aver analizzato i dolori e i tormenti del mondo, richiesto di dare una preferenza tra Maradona e Messi, ha sorpreso l'interlocutore dicendo: "Pelè". Io non reputo che Bergoglio abbia fatto un dribbling. In fondo metà del mondo calcistico designa Pelè come il più grande. L'altra metà indica Maradona. A distanza pedala (nonostante i suoi 8 palloni d'oro, l'ultimo letteralmente scippato grazie agli sponsor ad Haaland) Leo Messi. Io reputo che se Papa Francesco avesse voluto veramente fare il "para- eccetera", avrebbe detto, anche per onorare quella sua lontana parentela, "Enrique Omar Sivori". Sarebbe stato un "tunnel": uno di quelli che faceva (a tutti, ma proprio a tutti, Pelè compreso), l'inarrivabile "angelo con la faccia sporca".