Ora tutti dimostrino di essere da Juve: non c'è tempo per morire
La Juve è attesa da un mese decisivo per le sorti del suo campionato e non solo. La squadra di Spalletti deve aumentare i giri del motore per evitare una stagione da bollino rosso.
Il blitz in Champions League ha restituito un po' di fiducia alla Juve, ma restano alcuni problemi, ormai atavici. Lo ha detto con molta chiarezza Spalletti nel post Bodo, facendo riferimento alla crescita fisica e mentale. Alla vigilia della gara aveva chiesto di uscire dal tunnel della mediocrità attraverso la qualità. Lecito essere d'accordo in parte con il tecnico. Non può bastare. Quella di Yildiz, è vero, ha permesso di vincere, ma ogni partita fa storia a se. E soprattutto ci sono avversari più forti dei pur bravi norvegesi. Per esempio nel nostro campionato. In cui i bianconeri sono costretti a rincorrere. Tecnica, tattica, ma serve anche una dose importante di quella che gli spagnoli chiamano garra, vale a dire determinazione, spirito combattivo. Una volta per tutte, bisogna dimostrare di essere da da Juve. Come lo erano i campioni del Mondo del 1985. A proposito, mai visita alla Continassa fu più opportuna.
E' venuta un po' di nostalgia nel vedere Platini e company: i giocatori della Juve attuale dovrebbero guardare i video di quella squadra, trarne indicazioni e stimoli. Comunque sia, la continuità di risultati è un auspicio, il coraggio invece diventa una necessità, anzi un obbligo. Servono uomini prima ancora che giocatori. Il primo tempo in Norvegia ha fatto riapparire i fantasmi del recente passato. Sotto il profilo del gioco, ancora di più dell'atteggiamento. Spalletti è consapevole di avere un compito arduo, anche perché ha ereditato una truppa mentalmente fragile che in pochi mesi aveva cambiato due allenatori, diversamente inadatti. Inutile pensare al passato. Il presente corrisponde ad una serie di impegni ostici da qui alla fine dell'anno solare, tre dei quali contro rivali per le zone nobili della classifica. Bisogna recuperare il terreno perso al più presto. Come disse il compianto Galeazzi in una celebre telecronaca olimpica: “Non c'è tempo per morire”.
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