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Barillà a RBN: "Juve non vedo confusione. Tudor resta. Su Conte vi dico..."

Barillà a RBN: "Juve non vedo confusione. Tudor resta. Su Conte vi dico..."
Ieri alle 10:15Primo piano
di Quintiliano Giampietro
Il giornalista Barillà inquadra il momento Juve: rivoluzione societaria con il nuovo dg Comolli, Chiellini, la conferma di Tudor e il no di Conte

La Juve prova a mettere a segno qualche colpo di mercato in chiave Mondiale per Club e in generale in vista della prossima stagione.Cresce la possibilità di rinnovare il prestito di Kolo Muani, fuori dal progetto del Psg di Luis Enrique.  Sempre per l'attacco, salgono le quotazioni di Jonathan David, nel mirino anche di Napoli, Inter e di qualche club estero. Chiude invece le porte Tonali. Sul fronte societario resta da scegliere il ds, Massara tra i favoriti, mentre come capo scouting avanza Bezhani, fedelissimo di Comolli nel Tolosa. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Antonio Barillà, prima firma de La Stampa. Il giornalista è tornato anche sulla probabile conferma di Tudor e il mancato ritorno di Conte.

Barillà dissente da chi definisce la situazione della Juve confusionaria: "Sinceramente credo noi abbiamo sempre avuto il vizio della memoria corta, soprattutto quando si parla di certi percorsi. Sento parlare di top coach e di panchina da assegnare ad una grande firma. Conte, a cui sono tutti affezionatissimi e fino all'ultimo si pensava potesse tornare, quando arrivò alla Juve aveva solo otto panchine in Serie A. Trapattoni aveva avuto una breve esperienza al Milan, lo stesso Lippi aveva allenato solo Atalanta, Cesena e Napoli e quella partenopea non era una grande squadra in grado di lottare per lo scudetto. Tutti e tre questi allenatori hanno fatto la storia bianconera. Questo significa che non è necessario avere maturato un certo tipo di percorso per saper gestire, organizzare e dare una disciplina tattica ai calciatori. Quindi se non c'è un'alternativa di spessore, ben venga la conferma di un tecnico come Tudor comunque con una base, ma che conosce l'ambiente, ha un feeling con i giocatori. In assoluto quando di dice che non  c'è l'esperienza giusta, invito a pensare appunto ai precedenti citati. Comunque non credo ci sia confusione societaria, anche se le catene delle rivoluzione degli ultimi anni tracciano questa idea. Se una società ha la forza di interrompere e ripartire con idee chiare, promuovendo una bandiera che ha studiato management, pronto a dare una mano, poi chiama un dirigente con esperienza internazionale, significa che c'è volontà di sterzare rispetto alla delusione esistente oggi. Se ci riesce poi non possiamo saperlo, è però innegabile la volontà di incidere positivamente. Sarebbe stato molto peggio se non ci fosse stato alcun intervento".

Ascolta l'intervista integrale attraverso il podcast