Estigarribia e la Juve: "Mi dissero che era la squadra migliore d'Italia. Sapevamo di poter vincere"

Estigarribia e la Juve: "Mi dissero che era la squadra migliore d'Italia. Sapevamo di poter vincere"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
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di Giulia Borletto

14 presenze e 1 gol in una stagione, un bottino non dei più ricchi per Marcelo Estigarribia alla Juventus, che però ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ricorda ancora con soddisfazione: "E' stato un periodo meraviglioso che ho sfruttato al 100%, imparando come calciatore e come persona da compagni che mi hanno mostrato la strada giusta. Dissi al mio procuratore che se ci fosse stata la possibilità di andare alla Juve avrei aspettato e sarei andato lì, sapevo che era una squadra diversa dalle altre. Anche Edgar Barreto, che in quel periodo stava per trasferirsi al Palermo, mi disse: ‘Se hai la possibilità di andare alla Juventus fallo senza pensarci due volte, è la squadra migliore d’Italia’. Una settimana dopo la Copa America si è chiusa l’operazione, non sono nemmeno andato in vacanza: lì avevano già iniziato il ritiro. 

ll giorno dopo le visite Matteo Fabris mi disse che saremmo dovuti andare all’inaugurazione del nuovo stadio. Io non so come mai ma portai delle scarpe da calcio, perché c’era la presentazione della rosa. Quando arrivai vidi il mister per la prima volta, e lui mi accolse chiedendomi come stessi e dicendomi ‘stai per giocare un po’’. Io avevo portato solo le scarpe, nient’altro: alla fine sono entrato e giocai la partita contro il Notts County. Ero appena arrivato e in due giorni già stavo giocando nel nuovo stadio, non avrei mai pensato che sarebbe successo tutto così velocemente”.

Ricordo benissimo la partita a Napoli: stavamo perdendo 3-1 su un campo difficile, io ho segnato il 3-2 e poi Pepe il 3-3. Credo che dopo quella partita ci fossimo detti che potevamo davvero vincere lo scudetto. Oltretutto noi vincevamo sempre in casa, era il nostro fortino. In casa abbiamo vinto tantissime partite, quando giocavamo in casa eravamo sicuri di vincere. C’era quell’energia che ti portava a dire oggi vinciamo".