Giaccherini a BN: "Juve in difficoltà? Tutti sono responsabili, ma ad Allegri imputo una cosa. Per vincere lo scudetto servono tre giocatori"

Giaccherini a BN: "Juve in difficoltà? Tutti sono responsabili, ma ad Allegri imputo una cosa. Per vincere lo scudetto servono tre giocatori"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
sabato 9 marzo 2024, 18:00Primo piano
di Matteo Barile
La redazione di Bianconera News ha intervistato Emanuele Giaccherini che ha spiegato perchè la Juve è in difficoltà e cosa serve per tornare competitiva

Domani la Juventus giocherà contro l’Atalanta per mantenere il secondo posto in classifica. Chiudere il campionato con questa posizione in graduatoria significherebbe centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Un mese e mezzo fa, però, le prospettive erano molto diverse: i bianconeri lottavano per contendere lo scudetto all’Inter. Capire come la Vecchia Signora abbia potuto concedere di colpo quindici punti è davvero difficile. Per avere delle risposte in merito la redazione di Bianconera News ha potuto intervistare Emanuele Giaccherini, ex cursore di centrocampo della Juventus di Antonio Conte dal 2011 al 2013. Ecco il contenuto integrale in ESCLUSIVA, in cui l’attuale talent di DAZN ha detto la sua in merito a cosa servirebbe a Madama per poter competere per lo scudetto.

Come sta vedendo la Juventus di quest’ultimo mese e mezzo?

Sto vedendo una Juventus più in difficoltà rispetto a un mese e mezzo fa, periodo in cui era reduce da una serie di risultati veramente importanti. Questi risultati l’hanno portata a ridosso dell’Inter, ma poi, nell’ultimo mese, si è un po’ bruciata. Tutto quello che la Juventus ha fatto di buono è sfumato. Tuttavia, bisogna dire che, per i bianconeri, sarebbe stato difficile mantenere la grande costanza di rendimento dimostrata, anche perché, a mio avviso, il livello attuale della Juventus è inferiore rispetto a quello dell’Inter”.

Quando parla di livello si riferisce alla caratura tecnica delle due squadre o l’analisi va estesa anche sulla tenuta mentale?

Escluderei il secondo ordine di ragionamento, perchè Allegri è molto bravo nel tenere sulla corda la squadra. Il mio riferimento verte sulla qualità tecnica dei singoli giocatori: l’Inter ha dei calciatori diversi rispetto a quelli della Juve”.

Dove si evince maggiormente la differenza che c’è e che Lei riscontra tra Inter e Juventus? In quale reparto si manifesta in maniera lampante?

Secondo me, a centrocampo la differenza si nota molto, perché l’Inter, in questo momento, ha uno dei migliori reparti nevralgici al mondo. Ha tre giocatori di caratura internazionali più Frattesi in panchina. In più può vantare giocatori come Dimarco, Dumfries e Carlos Augusto, che fanno parte dell’intero compartimento. Al di là della differenza relativa ai singoli, io penso che sia il gioco dei nerazzurri a fare la differenza. L’Inter è una squadra propositiva che gioca un calcio “europeo”, fatto di palleggio e verticalizzazioni: questo lavoro è partito da lontano e si nota molto”.

Lei ha fatto parte del gruppo che ha vinto il primo dei nove scudetti consecutivi sotto la gestione di Antonio Conte. In quell’annata non eravate etichettati come considerati una pretendente per vincere il titolo, ma siete riusciti a battere un Milan nettamente superiore non tanto nel gioco, quanto nei singoli. In cosa siete stati bravi voi all’epoca e in cosa la Juventus è venuta a mancare in questo confronto diretto contro l’Inter per il titolo?

Parto dal presupposto che noi avevamo un blocco italiano importante. C’erano campioni del mondo del calibro di Barzagli, Buffon e Pirlo. C’erano giocatori che avevano la “juventinità” come Chiellini e Marchisio. E c’era Antonio Conte, che conosceva a menadito la mentalità della Juventus. Quello in cui noi siamo stati bravi è il lavoro quotidiano: noi lavoravamo tanto. Gli allenamenti erano talmente tosti che, una volta arrivati a fine sessione, non riuscivamo quasi più a camminare delle volte. Tuttavia questi allenamenti massacranti ci hanno portato a giocare a livelli di intensità altissimi durante le partite. Abbiamo avuto anche noi dei momenti in cui non riuscivamo a vincere con continuità, perché abbiamo pareggiato tante partite, ma siamo rimasti sempre lì. Siamo stati sempre a quattro, cinque o massimo sei punti distanza dal Milan. Loro giocavano prima di noi, ma poi riuscivamo a rispondere colpo su colpo. Siamo stati più sul pezzo mentalmente. Questa è stata la mancanza della Juventus sul lungo periodo. Non è detto che l’Inter potesse calare, ma la Juventus poteva sperare di sfruttare un momento negativo da parte dei nerazzurri, che è quello che noi abbiamo trovato nel Milan. Tra marzo e aprile del 2012 i rossoneri hanno avuto un calo e noi ne abbiamo approfittato”.

Qual è stato il momento di svolta in negativo per la Juventus nella lotta per la vittoria dello scudetto?

Secondo me, dobbiamo ricondurre tutto al post sconfitta contro l’Inter. Ci può stare che si perda a San Siro, perché i nerazzurri sono più forti. Quello che non ci può stare sono i risultati successivi a questa caduta. Forse la sconfitta contro l’Inter ha un po’ minato tutte le certezze, tutta la voglia e l’entusiasmo che la Juve aveva in quel momento. Non so se ci fossero create troppe aspettative intorno ai bianconeri, ma credo che avrebbero dovuto continuare quel percorso che stavano intraprendendo: non avrebbero dovuto pensare all’Inter, ma esclusivamente a sé stessi. A mio avviso, la Juventus ha perso troppi punti, considerando che era l’anti-Inter fino a quel momento”.

Ci sono responsabilità di Allegri per questo crollo verticale o pensa che abbia fatto più di quanto poteva fare con la rosa a disposizione?

Questo non lo so e non sta a me dirlo. Penso che, per Allegri, parli la sua storia. È un allenatore che ha vinto. Tuttavia, quando le cose non vanno bene, è logico che le responsabilità sono un po’ di tutti: nel novero ci finiscono società, allenatore e giocatori. Io penso che Allegri abbia fatto quello che poteva con questa rosa: la Juventus è inferiore rispetto all’Inter, però credo altrettanto che al mister si possa contestare il fatto di non proporre maggiore volume di gioco. Ritengo che la Juventus debba essere più propositiva e debba aggredire la partita. La Juventus deve essere una squadra che tutti temono a prescindere dal risultato finale. Secondo me, Allegri guarda tante volte al risultato: quando questo non arriva, vengono fuori tutte le lacune”.

Ultimamente stanno prendendo piede le indiscrezioni di un possibile cambio in panchina: Allegri potrebbe essere rimpiazzato da Thiago Motta. L’italo-brasiliano è il profilo giusto per un nuovo corso tecnico tra le fila della Vecchia Signora?

Io penso che Tiago Motta sia il profilo giusto per diversi club, non solo per la Juventus. Per quanto mi riguarda, sta crescendo di partita in partita. Questo è un allenatore che fa giocare la sua squadra a memoria. I suoi difensori giocano quasi come fossero centrocampisti e questo rende incredibile la qualità della manovra del “suo” Bologna. Quello che sta facendo coi rossoblù è clamoroso e penso che sarà appetito da tanti grandi club”.

A questa Juventus quanti giocatori servirebbero per essere nuovamente competitiva per vincere il campionato?

Due o tre giocatori forti in tutti e tre i reparti. In primis, penso che vada acquistato un centrocampista sia di qualità che di gamba: per fare un esempio, mi affiderei a un De Paul della situazione. Quindi, credo che debba essere acquistato un difensore: ci vuole giocatore forte, nonostante la Juve sia messa bene dietro. Infine, credo che sia importante fare proprio un attaccante che crei superiorità numerica: una seconda punta o un attaccante esterno abile nell’uno contro uno e anche nel fare goal”.

Ha detto che alla Juventus servirebbe un attaccante in grado di saltare l’uomo e di fare tanti goal. Nella Juventus ci sarebbe Chiesa, che corrisponderebbe a questo identikit? Crede a una sua partenza al termine di questa stagione?

Assolutamente no. Dico questo perché le squadre forti ne devono avere più di uno di Chiesa. Uno solo non basta. Guardate il Milan, ad esempio: i rossoneri hanno Leao, ma dispongono anche di Pulisic”.