Juventus, il reset di Elkann: scelta coraggiosa o suicidio di mercato?

Juventus, il reset di Elkann: scelta coraggiosa o suicidio di mercato?TUTTOmercatoWEB.com
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martedì 3 giugno 2025, 23:31Primo piano
di Massimo Reina
Senza guida tecnica certa, senza DS operativo, senza una strategia annunciata: mentre il mercato parte, la Juventus è ferma. E rischia grosso.

La Juventus è ufficialmente nel pieno di un reset profondo, voluto da John Elkann, padrone di Exor e uomo forte del club. Dopo aver archiviato (con scarsa eleganza) l’era Allegri, il timido intermezzo di Tudor sta già per essere dimenticato come una parentesi utile solo a traghettare la squadra da un’epoca all’altra. Eppure, a oggi, non c'è un allenatore scelto, non c'è un DS ufficializzato e nemmeno una visione chiaramente comunicata alla piazza.

Insomma: l’auto è in corsa, ma il pilota ancora deve salire a bordo.

Il grande silenzio prima del mercato

E tutto questo accade mentre il mercato calciatori è già cominciato, non solo a livello operativo (con trattative, incontri, sondaggi), ma anche nei tempi tecnici: scadenze contrattuali, rinnovi da firmare, liste UEFA da costruire, pre-season da programmare. È il momento più strategico dell’anno, in cui le grandi squadre europee si muovono con largo anticipo per strappare i migliori talenti. E la Juventus è lì, immobile, in attesa di un nome.

Un nome che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere Marco Silva, tecnico portoghese dal curriculum più da Fulham che da Champions. Oppure Simone Inzaghi, se l’Inter dovesse decidere di non prolungare. O magari un outsider ancora in attesa dell’algoritmo magico. Intanto Tudor viene trattato peggio di un reprobo, quasi un intruso in casa propria. Allenatore a contratto, ma considerato un usciere.

Reset giusto. Ma il tempismo?

Nessuno mette in dubbio che un reset fosse necessario. Dopo anni di scelte caotiche, direzioni opposte, giochi di potere e bilanci in rosso, Elkann ha deciso di riprendersi la Juventus e ricominciare da capo. Bene. Ma il problema, come spesso accade, non è cosa si fa, ma quando lo si fa. Fare tabula rasa a giugno, senza un nuovo assetto dirigenziale definito, significa:

- rischiare di arrivare tardi su obiettivi di mercato già trattati da altri club

- perdere tempo prezioso sui rinnovi

- lasciare i giocatori senza sapere con chi parleranno al rientro dalle vacanze

- trasmettere un’idea di vuoto decisionale, in un ambiente che ha bisogno di guida e solidità

In sostanza, il reset senza una cabina di comando rischia di bruciare un altro anno, vanificando anche i primi segnali di ripresa (il ritorno in Champions, i conti quasi in ordine, etc).

Perché la Juve deve accelerare. Ora

La Juventus non può permettersi di restare ferma. Non ora. Il calcio moderno non aspetta. Mentre altrove si pianifica con settimane di anticipo, tra viaggi, relazioni, offerte e blitz notturni, a Torino regna l’incertezza sistemica. Un po’ come costruire una casa senza architetto, mentre il cantiere lavora. E se qualcuno pensa che sia solo questione di “pazienza”, che Elkann e Comolli sappiano già tutto e stiano solo giocando a poker, dovrebbe ricordare cosa è successo l’anno scorso.

Il rischio concreto: bruciare un altro anno

Il calcio non perdona chi sbaglia i tempi. E oggi la Juventus è in una corsia d’emergenza, con tanti interrogativi e poche risposte. Può ancora cambiare tutto in una settimana, certo. Ma se da qui a metà giugno non arrivano nomi, ruoli, strategie, allora il rischio di buttare via un'altra stagione sarà più che concreto. E a quel punto non basterà più parlare di "reset", "crescita sostenibile" o "visione a lungo termine". Perché la Juve non è una start-up. È una squadra che deve vincere. Adesso. E per farlo, serve una guida. Subito.