L’assenza dei bianconeri in Nazionale e il dato sorprendente che arriva dai campionati europei: la lezione dalla Spagna

L’assenza dei bianconeri in Nazionale e il dato sorprendente che arriva dai campionati europei: la lezione dalla SpagnaTUTTOmercatoWEB.com
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di Nerino Stravato
Per i tifosi della Juventus, l’orgoglio per la maglia azzurra è sempre stato qualcosa di più di un sentimento parallelo: è parte della storia stessa del club. Dai Mondiali del 1982 e del 2006 all’Europeo del 2021, quando la Nazionale ha brillato, spesso c'era una colonna portante firmata Juventus. Zoff, Cabrini, Scirea, Buffon, Chiellini, Bonucci, solo per citarne alcuni. Ecco perché oggi, notare che l’Italia affronta un match decisivo per accedere ai prossimi mondiali senza nemmeno un bianconero in campo, è qualcosa che va oltre la semplice curiosità statistica: è un segnale.
Un’anomalia che fa riflettere, soprattutto alla luce di alcuni numeri che emergono analizzando i principali campionati europei.
 
Il dato che salta all’occhio: il bacino dei giocatori selezionabili
 
Guardando ai dati della stagione appena conclusa, si evidenzia quanti giocatori schierabili, cioè tesserati e potenzialmente convocabili per la propria Nazionale, provengano dai diversi campionati nazionali. Il confronto è sorprendente:
 
Liga spagnola: 472 giocatori spagnoli
 
Serie A: 293 giocatori italiani
 
Ligue 1: 282 giocatori francesi
 
Bundesliga: 259 giocatori tedeschi
 
Premier League: 188 giocatori inglesi
 
 
Il numero della Liga spagnola è nettamente superiore: in alcuni casi non si tratta solo di un margine, ma di un abisso. Questo dato aiuta a spiegare, almeno in parte, il perché la Spagna campione d’Europa in carica e finalista dell’ultima UEFA Nations League (persa ai rigori contro il Portogallo) sia oggi una delle Nazionali più solide e ricche di talento, anche in prospettiva futura.
 
Più giocatori a disposizione, più opzioni per il CT
 
Avere un campionato dove giocano stabilmente tanti calciatori della propria nazionalità significa creare un ecosistema favorevole alla crescita tecnica, tattica e mentale. Non solo si ampliano le opzioni per il commissario tecnico, ma si favorisce anche la creazione di un’identità condivisa, di affiatamento e di cultura calcistica.
 
La Liga, in questo senso, è un modello. La maggior parte dei talenti spagnoli cresce, esplode e si afferma in patria. I giovani trovano spazio, vengono responsabilizzati e poi selezionati. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una Nazionale profonda, ricca di alternative e competitiva in ogni manifestazione.
 
I limiti del nostro campionato
 
Al contrario, la Serie A oggi fatica a offrire lo stesso bacino di selezionabili. Con 293 italiani presenti, il numero è significativamente più basso rispetto alla Spagna. A questo si aggiunge il fatto che molti di questi giocatori faticano a trovare spazio continuativo nei propri club, specialmente tra le squadre di vertice. Il risultato? La Nazionale italiana si ritrova con una rosa più ristretta e meno abituata a giocare ad alti livelli con continuità.
 
Il ruolo storico della Juventus
 
In questo quadro, l’assenza di juventini in Nazionale diventa il simbolo di una fase storica particolare. Non solo per la Juventus, ma per tutto il calcio italiano. Una Juventus forte, competitiva e “italiana” è sempre stata un pilastro delle fortune azzurre.
Tornare a investire nei giovani italiani, dar loro spazio reale e non solo minuti marginali, significa contribuire a costruire una Nazionale solida e pronta. Lo dimostra la Spagna, che oggi non domina solo grazie al talento individuale, ma per l’ampiezza e la qualità del proprio serbatoio interno.
La storia insegna che, quando la Nazionale italiana ha vinto, la Juventus c’era e pesava. Oggi serve un cambio di passo: serve un campionato che torni a credere nei suoi giocatori, a valorizzarli, a farli crescere. E serve una Juventus che torni a essere faro, riferimento e motore anche per l’azzurro.
 
Perché senza bianconeri, l’Italia perde qualcosa. E forse, anche un po’ di sé stessa.