La Juve di Tudor: quando il miglior attacco è la difesa

Nella prima conferenza stagionale pre campionato, quando gli hanno chiesto cosa avrebbe voluto vedere dalla suan Juve, Tudor aveva chiesto solidità. Sembrerebbe un a contraddizione dopo i tre gol incassati nel Derby d'Italia, ma sono stati incassati con due tiri dalla distanza e un colpo di testa. Insomma, non su azione. Sotto questo aspetto, la squadra concede poco e niente, soprattutto da quando è tornato abile e arruolato Bremer. La regola non scritta sembrerebbe quella di non prendere gol, tanto prima o poi uno si segna. L'atteggiamento della Juve contro gli uomini di Chivu è stato emblematico. Pallino del gioco in mano agli avversari, sperando poi in qualche ripartenza. O magari con gli ingressi, come poi si è verificato.
Le statistiche del Derby d'Italia parlano chiaro. Alla fine la Juve ha concesso 18 tiri all'Inter, solo 4 sono finiti nella porta di Di Gregorio, 6 respinti, 8 fuori. Magari ci si aspetta maggiore aggressività e un baricentro più alto, come spesso avviene. Ma di fronte c'era comunque una squadra forte. Alla fine chi vince ha sempre ragione, quindi viva Tudor. Serve però essere meno conservativi, secondo parte della critica, altrimenti certe gare è facile che vengano perse. Contro avversari meno blasonati ci aspetta un atteggiamento diverso. Intanto domani c'è il Borussia Dortmund. Ma la Champions League, si sa, è un mondo totalmente diverso dal campionato. Aspettiamo per conferme o smentite.
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