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Scudetti, polemiche e antichi veleni: benvenuti a Juve-Inter

Scudetti, polemiche e antichi veleni: benvenuti a Juve-Inter TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 20:26Podcast
di Quintiliano Giampietro
La sfida tra Juve ed Inter va oltre l'aspetto sportivo: la partita è accompagnata da una storica rivalità, amplificata da Calciopoli

Il compianto Brera lo rinominò Derby d'Italia per la somma degli scudetti vinti, senza immaginare che nel corso degli anni, il match tra Juve ed Inter, si sarebbe trasformato in una battaglia piena di polemiche arbitrali, accuse, fino a diffondere veri e propri veleni, acuiti da Calciopoli. E mai evaporati.

Dunque ci risiamo. Appuntamento all'Allianz Stadium, dove andrà in scena Juve-Inter, la Partita, con la P maiuscola, a prescindere dal momento storico dei rispettivi club. Partendo dalla stagione 29/30, insieme a quella tra nerazzurri e Roma, si tratta della gara più giocata, considerando il campionato a girone unico. Sono 184 incontri: 88 successi bianconeri, 49 interisti, 47 pareggi. Come detto, la sfida ormai da tempo va oltre il rettangolo verde, condita da una rivalità feroce, amplificata nel 2006 da Calciopoli. Le tifoserie restano nemiche dichiarate, tanto più con l'avvento dei social. Un po' meno le società, rispetto ad un tempo, in cui volavano frecciatine avvelenate da parte di chi era al comando dei club. Come dimenticare la battuta di Gianni Agnelli: “Il nostro cuoco ha comprato l'Inter”. L'Avvocato si riferiva ad Ernesto Pellegrini, allora presidente dei milanesi e imprenditore delle mense, compresa quella della Fiat. Anni dopo niente male nemmeno Andrea, nipote di Gianni, quando da presidente della Vecchia Signora, commentò la cessione dell'Inter all'indonesiano Thoir, da parte di Massimo Moratti: “La Capitale dell’Indonesia non è più Jakarta, ma Jakartone”. In questo caso per lo scudetto vinto dai bianconeri, poi assegnato all'Inter dalla Giustizia sportiva, proprio per i fatti del 2006. Regista dell'operazione il commissario straordinario della Figc Guido Rossi, per due volte a capo della Telecom, una di queste al posto di Marco Tronchetti Provera. Insomma, una cosa tutta nerazzurra. Sponda interista, celebre e piena di cattiveria, la frase dell'ex ad Prisco: “Quando stringo la mano a un milanista, poi me la lavo. Quando la stringo a uno juventino, poi mi conto le dita”. Ormai è un disco rotto Moratti, quando nella settimana del match (e non solo), ricorda il rigore non fischiato a Ronaldo, per presunto fallo di Iuliano.

Juve contro Inter, fortunatamente non è solo questo. Nel corso degli anni, ci sono stati in campo dei veri fuoriclasse. Solo per citarne alcuni, sponda bianconera Boniperti, Sivori, Bettega, Platini, Zidane, Del Piero, fronte nerazzurro Mazzola, Rumenigge, Ronaldo il brasiliano. Boninsegna e Giuseppe Meazza hanno indossato entrambe le maglie, così come Tardelli. Capitolo allenatori, Trapattoni, (con lo stesso Tardelli vice) e Conte si sono seduti sulle due panchine, contribuendo al successo di entrambe le società. Andò diversamente l'esperienza di Lippi: passò all'Inter nella stagione 1999/2000, ma si dimise e l'anno dopo tornò sotto la Mole bianconera, la sua vera casa. Come detto, la rivalità acuta è rimasta, soprattutto tra le due tifoserie. Quella juventina non potrà mai dimenticare quanto accaduto con Calciopoli, ribattezzata da molti Farsopoli: la Vecchia Signora retrocessa in Serie B, quella rivale nemmeno indagata per mancanza di prove. Salvo scoprire, successivamente, telefonate agli arbitri anche da parte dei vertici nerazzurri, ma ormai il tutto era caduto in prescrizione. Quindi Moratti e compagni si salvarono, uscendone apparentemente puliti. Domani si torna in campo per l'ennesimo capitolo di questa saga. Rispetto ad un tempo, tra i giocatori c'è meno senso di appartenenza. Sulle due panchine, però, ci sono Tudor e Chivu, due che hanno vestito le rispettive maglie, al loro primo Derby d'Italia da allenatori. Juve-Inter non sarà mai una partita come le altre.