La Stampa, Marchisio: "Juve, ora serve lucidità. Champions obbligatoria, ma non sarà semplice"

L’ex centrocampista, bandiera juventina ed emblema di un’epoca, torna con la memoria al 2012, a quel primo scudetto con Conte in panchina: “A Trieste dovevamo vincere contro il Cagliari. Ma con un orecchio stavamo anche a Milano, dove si giocava il derby tra Inter e Milan. Non era facile restare concentrati. Quando giochi con due pensieri in testa, devi avere nervi saldi.”
Un parallelo sottile, ma potente. Allora c’era l’adrenalina per un titolo atteso da anni. Oggi c’è l’ansia di non fallire un obiettivo minimo, necessario per rilanciare un progetto ancora incompiuto. "Questa Juventus ha vissuto troppe turbolenze, dentro e fuori dal campo. Anche quest’anno – ammette Marchisio – non è stato affatto semplice. E le distrazioni non sono mancate."
Poi, una riflessione onesta su Tudor: “È arrivato in corsa, difficile dare un giudizio pieno. Ma se riuscisse a centrare la qualificazione Champions, il bilancio sarebbe comunque positivo. Non entusiasmante, ma positivo sì. In caso contrario, sarebbe l’ennesima stagione deludente.”
Marchisio non cerca frasi di circostanza. La sua è una diagnosi affettuosa ma implacabile. Perché conosce il DNA di questo club. E sa che la Juve non può permettersi di restare a guardare
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