Quando il destino si siede in panchina: Conte e Spalletti, intrecci e tricolori tra Juventus, Napoli, Nazionale e Inter

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Ieri alle 23:00Primo piano
di Nerino Stravato

Ci sono storie che il calcio non scrive soltanto sul campo, ma sulle panchine, negli incastri, nelle coincidenze e nelle traiettorie che sembrano fatte apposta per rincontrarsi: quella tra Antonio Conte e Luciano Spalletti è una di queste, perché i due tecnici si sono ritrovati – in momenti diversi, contesti diversi e con fortune diverse – alla guida di Juventus, Napoli, Inter e Nazionale Italiana, quattro maglie che raccontano l’essenza del nostro calcio. Conte costruì il suo primo grande ciclo alla Juventus dal 2011 al 2014, aprendo un’era fatta di vittorie e di mentalità ritrovata; Spalletti è invece l’uomo scelto dal club bianconero nella stagione attuale per riaprire un nuovo capitolo, raccogliendo la sfida con quella serenità carismatica che lo ha contraddistinto ovunque. A Napoli il destino si è divertito ancora di più: Spalletti vinse lo Scudetto nel 2022/23 riportando i partenopei sul tetto d’Italia dopo oltre trent’anni. Dopo una stagione travagliata con Napoli classificatosi 10⁰, Conte è arrivato e ha riportato subito il titolo, ribadendo capacità, grinta e voglia di restituire valore al club. Sul fronte Nazionale, le loro strade raccontano due storie opposte: Conte dal 2014 al 2016 guidò gli Azzurri in un Europeo straordinario per spirito e identità, uscendo solo ai rigori contro la Germania ai quarti di finale dopo aver eliminato la Spagna e dopo un percorso che ancora oggi è considerato uno degli ultimi veri atti di coraggio del nostro calcio; Spalletti invece ha avuto un percorso più complicato, ereditando un contesto difficile e pagando qualche limite di continuità di una generazione che fatica a rigenerarsi davvero. E poi c’è l’Inter, altro simbolo comune: Spalletti dal 2017 al 2019 riportò i nerazzurri in Champions restituendo credibilità tecnica ed europea al club; Conte, successivamente, portò quella stessa squadra allo Scudetto 2020/21 mettendo il sigillo su un lavoro iniziato prima. Due filosofie non così distanti come qualcuno ama raccontare: entrambi cercano il controllo, entrambi sanno cambiare e adattarsi – perché i vincenti non sono mai integralisti – ma lo fanno con sensibilità diverse, uno più orientato alla leadership frontale e all’impatto emotivo, l’altro alla gestione e all’evoluzione del gruppo. Napoli-Juventus, che domani sera vedrà Conte e Spalletti affrontarsi su panchine che portano cicatrici e trionfi, è molto più di una partita: è l’ennesimo capitolo di una storia che passa da Torino a Milano passando da Coverciano fino a Napoli, e che continua a dimostrare che, nel calcio, certi destini non si incrociano per caso, ma perché l’eccellenza trova sempre il modo di riconoscersi. Eppure, per uno strano gioco del destino, nonostante abbiano condiviso panchine, eredità tecniche e cicli vincenti, Conte e Spalletti non si sono mai affrontati direttamente fino ad oggi: domani sera, quel filo che li ha sempre uniti, finalmente si trasforma in sfida.