Accadde oggi, Copa Rio 1951: quando la Juventus sfidò il Palmeiras al Maracanã

Accadde oggi, Copa Rio 1951: quando la Juventus sfidò il Palmeiras al MaracanãTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Ieri alle 22:20Altre notizie
di Nerino Stravato
Era il 18 luglio del 1951 quando la Juventus, campione d’Italia in carica, scese in campo al mitico Maracanã per affrontare il Palmeiras nella finale d’andata della prima edizione della Copa Rio, un torneo internazionale organizzato dalla federazione brasiliana e appoggiata dalla FIFA con l’obiettivo di creare una sorta di proto-Coppa del Mondo per club. In uno stadio gremito di tifosi brasiliani, i bianconeri guidati dall’inglese Jesse Carver affrontarono una delle squadre più forti del panorama sudamericano, in una sfida durissima e giocata ad altissima intensità. Il Palmeiras vinse 1-0 grazie a un gol di Rodrigues al 22’, frutto di una delle tante offensive orchestrate dal talentuoso Jair Rosa Pinto e da un attacco rapido e tecnico. La Juventus provò a reagire, affidandosi alla classe di Boniperti, al dinamismo di Muccinelli e all’estro di Praest, ma non riuscì mai a trovare la via del gol. I bianconeri persero anche Piccinini per infortunio, sostituito da Bizzotto al 37’, ma tennero comunque testa a un avversario di grande spessore, contenendo il passivo e lasciando aperto uno spiraglio per il ritorno. La Copa Rio era un torneo di grande prestigio per l’epoca: vi partecipavano la migliori  squadre su invito, ed era considerata il primo vero tentativo di competizione mondiale per club. Dopo la vittoria nella gara d’andata, il Palmeiras riuscì a gestire il vantaggio anche nel ritorno, giocato sempre al Maracanã, pareggiando 2-2 e conquistando così il titolo. Per la Juventus, che aveva eliminato l'Austria Vienna in semifinale, fu una grande occasione mancata, ma anche una tappa storica nel proprio cammino internazionale. Quella doppia sfida contro il Palmeiras resta ancora oggi una delle prime grandi avventure globali della Vecchia Signora, che già allora dimostrava l’ambizione di competere con le migliori squadre del mondo.