Bernardeschi: "Ecco cosa mi è successo nella Juve di Pirlo..."

L'ex Juve Federico Bernardeschi, al podcast BSMT, ha parlato della sua esperienza in bianconero e ha confessato sui momenti più difficili: "Cosa ho pagato? Non è stato solamente un cambio di allenatore, ma di vedute a livelli più alti. Non potremo mai sapere cosa è accaduto, ma non è una sola parte, una roba molto più ampia in cui entrare. Quando trovi un allenatore nuovo, che non hai mai conosciuto, è come tornare al primo giorno di scuola perché ognuno ha le sue convinzioni, il suo stile e tu giocatore devi anche un po' adattarti a ciò che hai davanti. E lo stesso penso valga per l'allenatore. L'anno in cui ho giocato meno a livello di numeri era quello con Pirlo in panchina. Ed è successa una polemica inutile, con questo tormentone del 'rischia la giocata'. Per fortuna l'ho trasformato nel mio inno".
E ha aggiunto: "Intanto premetto che con Pirlo non ho un bel rapporto, ma bellissimo. Mia moglie e la sua si sentono spesso! Lì sono state fraintese tante cose: giocavo e performavo poco, entravo in campo e non ci riuscivo. Io devo essere autocritico ed era giusto che quell'anno stessi in panchina. Con Pirlo non mi sono mai lamentato, infatti. Abbiamo un amico in comune e lui racconta che io ero l'unico a chiedergli come stava la mattina. Quando merito, merito, quando non merito, no, e lo vedo anche da solo. Poi però andavo in Nazionale e performavo: tanti parlavano del peso della maglia, ma ero alla Juventus da tre anni. Io non ho la verità in tasca, posso dire per me cosa non facevo in quell'anno, ma perché in un certo contesto non rendevo non lo so. Può essere la fiducia, una minore consapevolezza che ti abbassa l'autostima. Io dico che in Nazionale mi fanno rischiare la giocata, perché io mi sentivo più libero di esprimere. In un club hai obiettivi giornalieri, la competizione è completamente differente. In una società come la Juventus sei una pedina in mezzo a una scacchiera che deve vincere. E non puoi tirarti indietro. Se porti a casa zero trofei, alla Juve non interessa quanti gol hai fatto. E quell'anno tra l'altro abbiamo alzato due trofei. Se devi sacrificare te stesso ma alla fine hai risultati collettivi, va bene così. I tifosi a volte comprendono, altre no".
Iscritta al tribunale di Torino al n.70 del 29/11/2018
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore responsabile Antonio Paolino
Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178
