Gazzetta: "Juventus, ultima spiaggia al Penzo: Tudor tra i fantasmi del passato e il sogno Champions"

È davvero l’ultima occasione. Non un’espressione abusata, ma la fotografia cruda e definitiva di una stagione sospesa tra ambizioni disattese e un futuro tutto da scrivere. La Juventus di Igor Tudor arriva allo stadio Penzo con il destino europeo in mano, ma anche con la pressione che solo certe maglie sanno mettere addosso.
Non è solo una partita: è un’ultima fermata dal sapore antico, sull’Isola di Sant’Elena, tra calli e vaporetto, dove si deciderà se la Signora potrà ancora camminare con passo europeo o dovrà riflettere su un altro anno buttato.
Per Tudor è una storia che si ripete. Nel 2000 era un giovane difensore della Juventus e, anche se quel giorno non era in campo, ha visto sfumare lo scudetto a Perugia sotto un diluvio indimenticabile, mentre la Lazio festeggiava. Ora, da allenatore, ha in mano il timone di una barca sballottata dalle onde di un'annata irregolare, piena di scossoni.
Il destino è chiaro: servono tre punti per essere sicuri della Champions League. Ma occhio: il Venezia è in piena lotta salvezza e l’atmosfera rarefatta della laguna può diventare un boomerang. “L’aria di laguna può tradirti”, si dice a Venezia. Tudor lo sa. E sa anche che una vittoria significherebbe non solo riscatto, ma legittimazione.
Nessun proclama, solo una verità: o si va in Europa, o si volta pagina. Domani, il campo parlerà. E la Signora, per salvarsi, dovrà ballare sull’acqua.
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