Juventus, il cantiere Spalletti tra attese e realtà
La trasferta di Napoli rappresentava per la Juventus un possibile spartiacque. Non tanto per il risultato in sé, quanto per ciò che avrebbe potuto raccontare sullo stato di avanzamento del nuovo corso tecnico. Un successo avrebbe certificato una svolta immediata, ma il campo ha restituito un’immagine diversa: una squadra ancora immersa nella fase di transizione, alle prese con un’identità da costruire e con automatismi che faticano a consolidarsi. Il cambio in panchina non ha prodotto, almeno per ora, quella continuità attesa dall’ambiente.
Eppure, nonostante le difficoltà, la Juventus resta pienamente dentro la corsa ai primi quattro posti. Molti dei principali siti scommesse crypto che offrono pagamenti quasi istantanei tramite varie criptovalute e bonus generosi hanno valutato la Vecchia Signora a 11/8 per finire in un posto Champions League. Tuttavia, se Juventus dovesse trovare maggiore continuità, quelle quote potrebbero diventare ancora più favorevoli, ma per ora la Juventus sta faticando a trovare il proprio slancio. Una fotografia che riflette bene il momento: fiducia potenziale, ma ancora tutta da trasformare in certezze.
Analizzando i numeri, il passaggio di consegne non ha inciso in modo radicale sulla produzione offensiva. I dati mostrano una sostanziale stabilità rispetto alla gestione precedente, con una leggera crescita nella qualità delle conclusioni e nella presenza in area avversaria. La Juventus tira un po’ meglio, ma non ancora abbastanza da rendere il cambiamento evidente sul piano dei risultati. Il processo è avviato, ma procede a velocità ridotta.
Sul fronte difensivo, invece, il quadro resta fragile. Gli infortuni, in particolare quelli che hanno colpito Bremer e altri elementi del reparto, hanno costretto a continui aggiustamenti, incidendo sulla solidità complessiva. La squadra concede meno occasioni pulite rispetto a qualche settimana fa, ma la sensazione è che l’equilibrio sia ancora precario. Spalletti ha in mente un’idea precisa, fondata su una linea a quattro e su una gestione più proattiva della palla, ma senza continuità di uomini è difficile accelerare.
I segnali più incoraggianti arrivano dall’Europa. In Champions League la Juventus ha mostrato un volto più brillante, come se il contesto internazionale avesse restituito ossigeno a una squadra rimasta a lungo chiusa in se stessa. Le vittorie contro Bodø/Glimt e Pafos hanno dato peso al lavoro quotidiano e rafforzato la fiducia del gruppo, mentre in campionato il passo falso di Napoli ha rimesso tutto in discussione.
Ora c’è Bologna, un banco di prova che vale più dei punti in palio. Il Dall’Ara è diventato un campo esigente, e alle spalle la classifica racconta di una concorrenza pronta ad approfittare di ogni esitazione. Spalletti osserva, valuta e riflette. Thuram potrebbe tornare dall’inizio, ma Miretti resta una pedina centrale per equilibrio e qualità. Sugli esterni, Kostić chiede spazio: la sua spinta può diventare una risorsa troppo importante per restare inutilizzata.
Come può cambiare la Juve con il rientro di Bremer
Il recupero di Bremer rappresenta il vero punto di svolta potenziale. Con il brasiliano al centro della difesa, Spalletti potrebbe lavorare con maggiore continuità sul 4-2-3-1, modulo già sperimentato a gara in corso. Kalulu verrebbe dirottato a sinistra, con un quartetto arretrato completato da Kelly e Cambiaso, salvo ulteriori rotazioni legate al rientro di Gatti. In mezzo, Locatelli e Thuram restano i favoriti, con Koopmeiners e Miretti pronti a inserirsi. Davanti, David può agire da riferimento centrale o alle spalle della punta, mentre Conceicao e Yildiz garantirebbero ampiezza e qualità. McKennie, come spesso accade, resta il jolly capace di adattarsi a più ruoli.
Questa, però, non è ancora la Juventus di Spalletti. Il tempo stringe, ma la direzione è tracciata. Bologna può non portare certezze definitive, ma può offrire risposte. E in una stagione così, anche le risposte hanno un peso specifico enorme.
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