Juve, presentazione in grande stile allo Stadium

L'ultima stagione non sembra neppure terminata da così tanto tempo che ci ritroviamo però già a sognare la prossima con quei mugugni accentuati dall'incertezza e dall'ingombrante permanenza di un allenatore poco amato. Al fischio d'inizio del nuovo campionato manca davvero poco. Si ripartirà da dove ci si era lasciati, ovvero da Udine, dove la graffiata di Federico Chiesa tenne viva la flebile possibilità di aggrapparsi alla qualificazione in Champions, prima che a giochi fatti – e secondo logica - l'amarezza si rispecchiasse nei risultati (quasi) scontati di Milan, Atalanta e Roma. Una combinazione difficile che avrebbe avuto dell'incredibile, ma con cui la squadra avrebbe voluto reagire d'orgoglio ai pesanti e ripetuti condizionamenti - anche psicologici – della penalizzazione. Non è tempo di guardarsi indietro, ma di piantare decisamente nuove radici vincenti. Prima ancora di cambiare allenatore. E non lo si vuole difendere per partito preso, ma per garantire la giusta fiducia alla società. E il prossimo sarà veramente l'anno del dentro o fuori. E forse anche delle decisioni che, nel rispetto della continuità e delle tradizioni, non si è mai avuto il coraggio di prendere.
Presentazione squadra – Di solito la squadra veniva chiacchierata sui giornali e poi presentata puntualmente davanti agli occhi incuriositi dei rappresentanti della famiglia Agnelli che davano la loro benedizione nel salotto della loro residenza estiva. Tradizione per certi versi calpestata quest'anno con la cancellazione dell'amichevole di Villar Perosa e sostituita - senza preavvisi per gli organizzatori - con una presentazione però al passo dei tempi: in grande stile e con una dimensione maggiormente logica e sicura dell'evento. A metà settimana, mercoledì 9 agosto, lo Stadium riempirà il suo primo anello con quei tifosi, circa 20 mila, capaci di sacrificare qualche ora delle loro vacanze pur di dimostrare l'eterno amore per la loro passione: la Juventus. Senza dubbi e riserve di sorta. È un tentativo che non potrà che essere migliorato negli anni e dal quale inevitabilmente non si tornerà più indietro.
Guardare avanti – Il club guarda al futuro e per farlo deve ricostruire una squadra sfilacciata dagli errori delle ultime gestioni. L'allenatore non è l'unico errore e quasi certamente neppure la migliore soluzione da cui ripartire. Senza una vera identità di squadra non si raggiungono veri traguardi, ma solo sospirate tappe intermedie. La Juve è ancora tutta un'incognita. Ha riscattato Milik e scommesso sull'acquisto del solo Weah. Al sibillino Vlahovic risponde con altrettanta incertezza nell'affondare per Lukaku. Senza dimenticare i colpi falliti con Milinkovic e Kessié e il ripensamento su McKennie. E se alla fine rimanesse così? Anzi, e se prima che chiuda il mercato arabo riuscisse a liberarsi della zavorra Pogba? Giuntoli sa di non poter cominciare col piede sbagliato, ma forse di potersi permettere una prima “finta” di mercato per sviare l'attenzione.

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