La nuova Juventus deve passare da un cambio di mentalità e da maggiore qualità. Altrimenti non basterà il cambio in panchina!
La lenta agonia del girone di ritorno non si ferma neppure contro il Milan. Niente più di uno striminzito pareggio, anche se stavolta la Juve avrebbe meritato di portare a casa i tre punti, e la matematica certezza di approdare alla prossima Champions League, che ancora viene rimandata. La politica dei piccoli passi non va bene, al netto di una squadra che sembra ormai svuotata, stanca e mentalmente molto fragile. Eppure la stagione non è finita, e in ballo ci sono ancora due traguardi importanti. Uno, la qualificazione, che potrebbe anche essere centrata domenica prossima, qualora dovessero arrivare i tre punti a Roma. Certo, difficile pensarlo, visto anche il trend del girone di ritorno, con appena 4 vittorie in 15 gare, di cui l’ultima in trasferta che risale al 21 gennaio a Lecce. L'altro la finale di Coppa Italia, in una sfida molto delicata contro l'Atalanta
Problema di qualità, di un allenatore che fatica a trovare la quadra ormai da troppo tempo, ma anche di una mentalità che dovrà essere cambiata. Perché quello che preoccupa, anche e soprattutto in chiave futura è proprio quest’ aspetto: la mentalità. Dispiace dirlo, ma serviranno giocatori con caratteristiche diverse. La passività di alcuni non potrà più essere accettata, la scarsa propensione al gettare il cuore oltre l’ostacolo neppure. Perché sarebbe troppo facile e semplicistico pensare che ogni responsabilità debba essere ascritta a Massimiliano Allegri. L’allenatore non ha dato quello che si saremmo aspettati nel computo generale di questi tre anni, ma molti calciatori sono stati sotto il loro standard, oppure hanno dimostrato di non meritare la maglia che indossano.
Ecco che Giuntoli, il quale non ha la bacchetta magica sia chiaro, dovrà fare un lavoro molto delicato e complesso. Parliamoci chiaro, qui c’è una squadra da rifondare, con almeno 5/6 titolari da cambiare. Siccome non ci sarà un portafoglio illimitato, anzi, il direttore dovrà tirare fuori dal cilindro il meglio di sé. La Juventus non è il Napoli, e già l’anno prossimo sarà importante e anzi necessario, tornare ad essere competitivi almeno in Italia.
Molto passerà dalla scelta del nuovo allenatore, ma guai a pensare che soltanto il cambio in panchina possa far cambiare l’inerzia. No, ci vorrà di più, molto di più. La realtà va guardata in faccia senza mettere la testa sotto la sabbia. I tifosi, che continuano a riempire lo stadio, meritano di tornare a vedere una squadra capace di lottare sempre, e non uno scempio come quello visto nel girone di ritorno. E ci siamo stancati, almeno personalmente, anche delle continue sceneggiate ad ogni cambio. I nostri giocatori devono pensare a dare molto di più in campo, riservando le energie fisiche e mentali ad altro, non solo alle proteste quando vengono richiamati in panchina. Anche questa è una questione di mentalità, prima verrà cambiata, prima torneremo a vedere la Juve di un tempo neppure troppo lontano.
Nel frattempo, gioiscono a Milano. Uno scudetto legittimato sul campo, una stella di cartone che non esiste. Moratti che continua a delirare, ma bisogna avere sempre rispetto per le persone di una certa età. E Cuadrado che dimostra forse la sua vera identità. Un giocatore che rinnega il suo passato, non sarà mai degno di aver indossato la nostra maglia. Peccato che poi nessuno, e sottolineiamo nessuno, abbia raccontato dell'assenza del proprietario, ancora bloccato in Cina. Ma ormai conosciamo bene il tipo di narrazione che ci viene proposta.
Ecco perchè caro Cristiano Giuntoli, abbiamo una voglia di riscatto enorme. Adesso la palla passa a te. Buon lavoro
Iscritta al tribunale di Torino al n.70 del 29/11/2018
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore responsabile Antonio Paolino
Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178