La soluzione immediata per ricominciare

La soluzione immediata per ricominciareTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Gianfranco Irlanda
domenica 18 settembre 2022, 13:03Editoriale
di Roberto De Frede
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. (José Saramago) Allegri non è l'unico che deve portare la croce, tutti per uno uno per tutti.

Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti, decidendo un obiettivo e facendo tutto il possibile per raggiungerlo, cominciando positivamente il percorso. La soluzione, la manna dal cielo, oggi come oggi non è semplice trovarla, anche se in passato si è voluto far credere il contrario, che con piccole novità, spostamenti di persone come fossero pastori del presepe, l’immagine di punto in bianco poteva apparire di nuovo luminosa e splendente.

Semplicità non è sinonimo di facilità, anzi tutt’altro. La semplicità, scriveva laconicamente George Sand, è la cosa più difficile da ottenere a questo mondo; è l’estremo limite dell’esperienza e l’ultimo sforzo del genio. Tanto è vero che le stesse mosse pseudo scacchistiche adottate dalla società bianconera, dall’addio ad Allegri, passando per le giostre di Sarri e Pirlo, al suo ritorno, attraverso il triennio ronaldesco, non hanno portato i frutti sperati. Sarebbe troppo comodo muovere una sola pedina e fare subito scacco matto. Può succedere sì, ma se intorno a quella mossa c’è un mondo che gira favorevolmente in quel preciso istante. Non diamo la croce soltanto ad Allegri. Pensavano tutti, anche forse per il lauto stipendio e per il contrattone, che il livornese fosse una sorta di re taumaturgo, come furono chiamati i monarchi francesi, dai Capetingi alla Rivoluzione Francese e quelli inglesi, dalla conquista normanna dell'Inghilterra alla Guerra delle Due Rose, cioè uomini capaci di compiere miracoli. Non è così, nel bene e nel male, non è stato così: Allegri non fu l’unico artefice del quinquennio d’oro, né tantomeno della Dunkerque attuale.

La Juventus ha il fondoschiena a terra – si spera in una pronta messa in piedi già dalle prime curve di oggi pomeriggio – in primis per la mancanza di preparazione tecnica e atletica. Per scrivere belle pagine di letteratura bisogna conoscere la grammatica, e solo successivamente si possono fare voli pindarici e vergare con uno stile personale la pagina. Alla Juventus quest’anno manca l’ABC, la scuola, la palestra dei fondamentali, a causa della gita estiva americana. Mai come quest’anno, con una stagione che cominciava a ferragosto e una Champions alle porte, con partite ogni tre giorni, era doveroso svolgere una preparazione coi fiocchi, corse e pedalate, pane e salame come si diceva un tempo, e allenamenti in campo, con quell’arnese che tanto è utile per giocar bene: il pallone! Avete notato che gli unici che corrono sono Milik e Paredes? Chissà perché… forse persero la caravella…!

I calciatori sono come sospesi, sguardi tristi e assenti, tra speranza e rassegnazione, tra compromessi e sopravvivenza, ma cosi facendo si sta male, perché nel calcio come nella vita conta vincere, poi il resto viene da sé.  Per vincere nel calcio bisogna giocare, e per ora il gioco (non quello bello, per carità, Dio me ne scansi e liberi dal parlarne, intendo il gioco e basta!) latita, per non dire esistente solo in un sesto di ogni partita, e le vittorie non ci sono. Ma solo perché un problema non è ancora stato risolto non è detto che sia impossibile da risolvere.

Sarebbe bello cominciare oggi avendo quel numero dieci in campo, quel francese che tanto abbiamo desiderato riaverlo, noi e Allegri. Ma non c’è. La sfortuna ha messo a dura prova questo inizio infermieristico di stagione. Torneranno dalle corsie ospedaliere a quelle laterali del manto erboso, tornerà Chiesa, tornerà Pogba, riavremo un Di Maria al top, e con loro Locatelli e Rabiot in perfetta forma, che viste le ultime uscite mancano anche loro come l’acqua al deserto. Avreste mai creduto? Eppure è così. Torneranno tutti, sperando che tutti gli altri fino ad allora facciano il proprio dovere.  

Alla fine di Futbol, il grande Osvaldo Soriano fa dire a Peregrino Fernandez: "Ci sono tre generi di calciatori. Quelli che vedono gli spazi liberi, gli stessi spazi che qualunque fesso può vedere dalla tribuna e li vedi e sei contento e ti senti soddisfatto quando la palla cade dove deve cadere. Poi ci sono quelli che all'improvviso ti fanno vedere uno spazio libero, uno spazio che tu stesso e forse gli altri avrebbero potuto vedere se avessero osservato attentamente. Quelli ti prendono di sorpresa. E poi ci sono quelli che creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio. Questi sono profeti. I poeti del gioco”.

Noi non abbondiamo come un tempo di questi poeti, anzi ne abbiamo pochissimi, forse nessuno, forse un paio. Non importa per ora, il campione quando c’è esce fuori e in campo si fa notare, dai compagni e dagli avversari. A me basta sapere che tutti, in campo, sulla panchina, nello spogliatoio, dietro le scrivanie, diano l’anima e aiutino la poesia più bella, la leggenda della Juventus che non può naufragare, né oggi né mai. La soluzione sarebbe questa, tutti per uno e uno per tutti, se tutti riuscissero a farla propria sarebbe una carta vincente, un jolly da usare immediatamente. Se non chiedo troppo, ogni tanto un sorriso di un calciatore mentre gioca, farebbe bene a lui e agli spettatori: sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere, cantava Jim Morrison.

Tutti i tifosi hanno il diritto di rivedere quelle undici casacche bianconere volare su e giù per il rettangolo verde, pregne di onore e orgoglio, correndo a perdifiato per portare a casa una vittoria, ritornando a desiderare la propria eccellenza, nell’affermazione della propria forza secolare.

Dunque ricominciare una buona volta a scendere in campo per giocare a calcio e fare un gol più degli avversari. Cominciamo da oggi pomeriggio: c’è Monza-Juventus… non è una finale di Coppa dei Campioni, è una partita di calcio, e le partite di calcio si giocano per vincerle.