Non è colpa di nessuno. E ora che si fa?

Non è colpa di nessuno. E ora che si fa?TUTTOmercatoWEB.com
à bientôt Paul!
© foto di Uefa/Image Sport
domenica 31 luglio 2022, 17:06Editoriale
di Roberto De Frede
“Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.” Theodor Adorno

Non è colpa di nessuno.

Ancora una volta c’è Pogba in “copertina”, ma in questo articolo non avrebbe stonato come immagine, in bella mostra, un povero gattino nero, un 13 o un 17 a caratteri cubitali, a seconda delle latitudini e longitudini delle credenze popolari.

Eravamo tutti felici e contenti di una Juventus finalmente completa, seppur in attesa di qualche utile ritocco, con gli acquisti di Bremer, Di Maria e Pogba, ma tutti in verità avevamo un solo timore: l’imprevedibilità (sperando davvero che tale sia stata) degli infortuni. Ahimè il crack è arrivato molto in fretta, prima di qualsiasi calcolo, al menisco del ginocchio destro di monsieur Paul Pogba, colui che doveva far risplendere, dopo anni oscuri, il centrocampo bianconero. Chi mai immaginava che potesse accadere un qualcosa del genere, dopo che il francese aveva superato brillantemente le visite mediche, uscendo dal J Medical con un sorriso a trentasei denti, segnale di un fisico in perfetto stato? 

Chiamiamola sfortuna, quella cosa che per Plutarco poteva anche risultare un’occasione positiva: per raggiungere la serenità interiore – diceva -, è bene non trascurare quel che c'è di favorevole e di buono negli avvenimenti che ci capitano contro la nostra volontà, oscurando e bilanciando il peggio con il meglio.
Beh, vorrei vedere oggi Plutarco tifoso bianconero, con la maglietta nuova originale, non economica, numero 10 del francese sul divanetto di casa, a ribadire questo concetto con serafica tranquillità! Probabilmente il meglio – avrebbe risposto – sarà a breve l’acquisto di Paredes, che non vuole essere un sostituto di Pogba (quasi insostituibile…), ma un rinforzo. Infatti molto probabilmente, con un Pogba in piena forma, non sarebbe stato così fortemente corteggiato l’argentino, che invece potrebbe essere il regista che manca alla squadra di Allegri: in grado di verticalizzare velocemente il gioco ma anche di risultare decisivo in fase di non possesso. Doti che l’argentino potrebbe esprimere anche come interno di centrocampo, oppure nel suo antico ruolo di trequartista. Perché attenzione, un acquisto lì in mezzo al campo, se con Pogba poteva sembrare un "di più", ora è doveroso; senza dimenticare ancora un difensore e un qualcuno lì in attacco (Morata e Kean permettendo…); al contrario si cadrebbe di nuovo dal letto con quella coperta corta che da solo fastidio e nulla riscalda.

In un campionato anomalo, dove si comincia a ferragosto e a novembre già qualche squadra avrà preso il volo per diventare campione d’inverno e poi d’Italia, non ci voleva proprio perdere un campionissimo prima di cominciare. Il francese era il fiore all’occhiello per ripartire verso trionfi arrugginiti: tanto rimpianto in questi anni in un centrocampo sempre balbettante e monco, tanto osannato al suo ritorno e tanto desiderato ora di rivederlo quanto prima in campo.

Oltre al fatto, all’infortunio in sé, ciò che sta dando non poco fastidio è la tempistica sulla scelta dell’intervento chirurgico al quale dovrà essere sottoposto il francese. Perché si sta perdendo tanto tempo? A cosa si sta pensando? Al recupero più veloce possibile per far partecipare Pogba con la sua Francia al mondiale o al bene del ginocchio e soprattutto ad onorare quanto prima e al meglio la casacca bianconera? Mi auguro non sia soltanto la prima opzione, ma almeno che vengano considerate tutte, con la massima onestà e rispetto verso tutti.

È un suono sgradevole per il tifoso juventino ascoltare (non da Paul...di lui mi fido...ma di quelli che gli stanno intorno un po' meno...) continuamente in questi giorni che l’obiettivo per il recupero sia il mondiale del Qatar. Sarebbe più nobile e anche forse più normale dire di recuperare per indossare più in fretta possibile la casacca bianconera, semmai all’inizio di novembre per giocarsi il derby d’Italia all’Allianz contro l’Inter, e poi partecipare in ottima forma al mondiale. Ecco, il suono, detto così, risulterebbe meno cacofonico.

Ma allora è stata davvero sfortuna?

C'è chi ci crede e chi no, nel frattempo si va avanti. E anche se è impossibile sfuggire, una cosa la si può fare, reagire alle circostanze esterne non da inermi vittime, ma da creatori. Come ci insegna la storia del saggio contadino, che perse il suo unico cavallo a causa di una distrazione. I vicini accusarono subito la cattiva sorte e lui, povero, ma saggio, rispose che nessuno poteva sapere se fosse una fortuna o una sfortuna. La storia racconta che il cavallo tornò dopo qualche tempo insieme a una mandria di cavalli selvaggi, meravigliando il vicinato, che questa volta gridò alla fortuna. Ma il figlio del contadino, cadendo a terra, si ruppe un piede e neanche a dirlo, i vicini incolparono la sfortuna. Il contadino, qualunque cosa accadesse, continuava a rispondere allo stesso modo, chi può dire se sia un bene o un male ciò che succede?

Credendo all’imponderabile, all’imprevedibile non è colpa di nessuno, dunque. Forse.

A differenza del simpatico e saggio contadino, nel nostro caso, perdere per due, tre, quattro mesi (anche questo è un mistero…) un campione del calibro di Pogba di certo bene non fa alla squadra, ma la Juventus non ha mai paura delle difficoltà che incontra, tenendo bene in mente l’antico adagio che l’aquilone si alza con il vento contrario, mai con quello a favore.

P.S. Dimenticavo, nel titolo c’era una domanda. E ora che si fa? E ora Allegri dovrà essere in grado di dipingere un capolavoro senza Pogba, ma avendo già in mente quello che da gennaio in poi porterà con orgoglio alle esposizioni universali in tutta Europa, sino all’ultima mostra, quella che si terrà in una calda serata di Istanbul.