Quando manca la qualità non si può pretendere la luna. Allegri sta facendo la sua parte, ora spetta alla società

Quando manca la qualità non si può pretendere la luna. Allegri sta facendo la sua parte, ora spetta alla società
lunedì 24 gennaio 2022, 10:15Editoriale
di Vincenzo Marangio

Avviso ai naviganti: questo editoriale è fortemente sconsigliato agli anti allegriani a prescindere, a quelli che fanno il tifo contro per poter dire "io lo avevo detto" e che scambiano il tifo per una questione personale nei confronti dell'allenatore della propria squadra. Per tutti gli altri, quelli che saranno d'accordo e soprattutto quelli che saranno in disaccordo, questo editoriale potrebbe essere motivo di riflessioni per chiarirsi le idee. 

Il temuto inizio anno fino alla sosta ha prodotto, alla Juventus di Allegri, una sola sconfitta (al 120' contro l'Inter nella finale di SuperCoppa), due pareggi (con Napoli e Milan) e una vittoria contro la Roma. Nel mezzo, le vittorie contro Udinese e Sampdoria (agli Ottavi di Coppa Italia). E si arriva alla sosta a -1 dal quarto posto, che può diventare - 4 in virtù del fatto che l'Atalanta ha una gara da recuperare. L'uomo dei conti, Allegri, in tempi non sospetti disse: "Firmo subito se alla sosta saremo a -4 dal quarto posto". Missione compiuta.

Dopodiché ci sono le considerazioni tecnico\tattiche che ognuno di noi può fare, a seconda del proprio gusto, senza perdere contatto con la realtà. La Juventus ha oggettivamente prodotto pochissimo (8 tiri di cui 0 nello specchio della porta) concedendo anche relativamente poco al Milan, padrone di casa, in lotta scudetto contro l'Inter (14 tiri, di cui 4 nello specchio della porta). Una gara fondamentalmente bloccata e giocata quasi a specchio da due squadre che hanno preferito essere attente, con il Milan in leggero controllo della partita ma senza mai spaventare davvero i bianconeri. E questa è già una vittoria di Allegri se si pensa che, negli ultimi due anni, la Juventus era salita sulle montagne russe di un rendimento mai costante, tra continui alti e bassi che la rendevano indecifrabile. La mano del tecnico livornese, invece, si vede nella costanza della crescita, sia pure a rilento, della squadra e nella rinascita di qualche giocatore: prima Szczęsny, poi McKennie, poi De Sciglio, poi Rugani e, contro il Milan, persino Bentancur. Il lavoro di un tecnico si vede anche da questi aspetti.

Dopodiché vengono i gusti, e la fretta di rivedere una Juventus dominatrice del campo e dei campionati, ma ciò avveniva quando c'era un concetto di squadra ben radicato e giocatori di qualità capaci di fare la differenza nelle diverse fasi di gioco. Quella ereditata da Allegri, invece, è una squadra che non era squadra e sta tornando ad esserlo, con Dybala, De Ligt e Chiesa unici giocatori a poter fare la differenza, ma non come facevano Higuain, Mandzukic, Khedira, Pogba o Ronaldo (per citarne alcuni). La Juve ha una buona rosa senza eccellenze, soprattutto a centrocampo e in attacco. E se vuoi costruire o lavorare su una buona e soddisfacente fase offensiva hai bisogno almeno, almeno, di un centrocampista di qualità e di un bomber che sappia vedere la porta e che, di tanto in tanto, sia in grado anche di inventarsi il gol in partite tatticamente bloccate. In assenza di questi due (almeno) imprescindibili elementi, conviene lavorare sulla fase difensiva e imparare a soffrire e combattere per capitalizzare al meglio quello che produci o portare a casa almeno un punto quando non riesci a produrre. 

In tal senso Allegri con i suoi 9 risultati utili consecutivi, e la zona Champions a -1 (o -4) con il "materiale" a disposizione ha fatto ampiamente la sua parte. Adesso spetta alla società fare uno sforzo immediato sul mercato e premiare il tecnico e far sognare i tifosi...