Spalletti nella Juve una vita da precario, ma solo sulla carta

Spalletti nella Juve una vita da precario, ma solo sulla carta  TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:06Editoriale
di Quintiliano Giampietro
Il contratto di Spalletti con la Juve scadrà a giugno, l'impressione però è di un rapporto destinato a continuare per diversi anni

Il contratto parla chiaro: il matrimonio tra la Juve e Spalletti scadrà a fine stagione e non prevede alcun tipo di opzione per il futuro. L'impressione però si tratti di un accordo mascherato. Mi spiego. Se un club e un tecnico così importanti trovano un'intesa diventa difficile immaginare possa durare poco. Soprattutto se la missione è ricostruire. Avrebbe poco senso per entrambe le parti. Salvo necessità. Quella della società bianconera la conosciamo tutti ed è di natura economica. A libro paga fino al 2027 la Signora ha anche Thiago Motta e Tudor. Circa 16 per il primo, intorno ai 10 l'altro, comprensivi i rispettivi staff. La Juve ovviamente spera che entrambi trovino al più presto una sistemazione. In realtà l'italo-brasiliano ha avuto colloqui con Monaco e Real Sociedad, ma alla fine ha detto no. Maledetto il giorno che ti ho ingaggiato. Verrebbe da dire questo, ma in realtà chi decise di puntare su di lui non è nei quadri dirigenziale di Madama. Poi c'è l'attuale allenatore, nella misura di 5,5 milioni fino a giugno prossimo, parliamo sempre di lordo, quindi costo per l'azienda. E' facile comprendere il perché di questo contratto così breve. Se avessero optato per un triennale, il peso in bilancio della voce allenatori sarebbe stato troppo elevato.

Rispetto a Spalletti, vanno ricordate le parole di John Elkann: “Un allenatore della sua esperienza deve saper guidare la Juve verso la vittoria, proprio ciò che tutti i tifosi si aspettano”. Queste dichiarazioni non hanno spaventato il tecnico toscano, anzi sono state uno stimolo. Come ha rivelato lui stesso, tra i due c'è dialogo e questa non è una consuetudine per il numero uno capo della Exor. Evidentemente John ha stima del professionista e dell'uomo, lo ritiene l'uomo giusto per ricostruire veramente. Rimane difficile immaginare una separazione a giugno, salvo cataclismi (vedi mancata qualificazione alla Champions League). Questa è un'ipotesi non ammessa nella testa di chi, nel giorno della presentazione, aveva subito stabilito l'obiettivo: tornare in corsa per lo scudetto. Dopo 15 turni (6 con Lucio in panchina) la vetta dista 7 punti, l'eurozona di prestigio 4. Si poteva fare meglio? Sicuramente, ma Spalletti ha trovato una situazione complicata e non ha potuto incidere sul mercato. Un torneo senza un padrone assoluto permette però di tenere aperte le speranze anche per il tricolore, il quarto posto è il minimo sindacale. Contro la Roma serve una vittoria per bissare il successo di Bologna, continuare la risalita e aumentare l'autostima. Una Juve a ridosso della vetta, si sa, comincerebbe ad impensierire chi è dato per favorito in chiave scudetto. I conti si faranno alla fine, come sempre. Nel frattempo Spalletti vive da precario, almeno sulla carta.