Tutte le ipotesi di un centrocampo da inventare per la trasferta di Napoli

Tutte le ipotesi di un centrocampo da inventare per la trasferta di NapoliTUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 1 marzo 2024, 00:00Editoriale
di Franco Leonetti
Le gravose assenze di Rabiot e McKennie obbligano Allegri a rinvenire soluzioni funzionali per costruire la linea mediana

Il momento non è tra i più felici in casa Juve, e gli infortuni seri di Rabiot e McKennie proprio non ci volevano a questo punto della stagione. Madama volerà a Napoli con tanti grattacapi e l'obbligo di un centrocampo ridotto all’osso numericamente, e tutto da escogitare per assemblaggio di giocatori, perché le due assenze appaiono davvero pesantissime, se si considera che il transalpino e il texano sono due punti cardine inamovibili all’interno di una mediana, spesso criticata a ragione, e non sempre operante ad alti livelli. Mister Allegri dovrà inventarsi completamente un reparto, tanto delicato quanto fondamentale, per gli equilibri di una squadra che, ultimamente, ha fornito poche risposte squillanti in entrambe le fasi di gioco. Se il rendimento di Rabiot, definito dallo stesso allenatore labronico “il motore”, non è stato eccellente come nella passata stagione, è innegabile che il nazionale francese porti con se corsa, fisicità scorribande e qualche gol, tutte peculiarità che mancheranno nell’infuocata sfida del Maradona. McKennie rappresenta, sin qui, la vera sorpresa della stagione bianconera: l'americano, che veniva dato per partente in estate, ha convinto tutti a suon di prestazioni fatte, macinando chilometri con tanto fiato, mostrando determinazione, sacrificio, recuperi palla e anche parecchi assist, donando maggiore vitalità e reattività al centrocampo e meravigliando anche i detrattori più acerrimi.

Insomma, per Allegri saranno due pedine assai complicate da sostituire, soprattutto per le caratteristiche degli altri giocatori in rosa che agiscono sulla linea mediana, centrocampisti che non si avvicinano lontanamente ad Adrien e Wes, per costituzione fisica e doti atletiche. Massimiliano Allegri ha ancora poche ore per cercare di trovare la soluzione migliore che possa ovviare alle defezioni forzate, con una Juve che si troverà di fronte una compagine partenopea in ripresa, galvanizzata dalla tennistica vittoria contro il Sassuolo. Alla Vecchia Signora difetterà sicuramente la fisicità nei contrasti, nei duelli aerei, e la propensione nelle incursioni a rete, tutte qualità in cui McKennie e Rabiot sono specialisti, ma l’allenatore bianconero deve trovare una difficile quadra per erigere quella compattezza che pare essersi smarrita nell’ultimo mese. E allora, quali potrebbero essere le soluzioni da applicare? Non molte in verità, visto che il Mister non ha tanti petali da sfogliare nella sua proverbiale margherita.

Ipotesi 1  Locatelli al centro con Alcaraz e Miretti mezzeali è la soluzione che, di primo acchito, appare quella più scontata, ovvero ogni interprete collocato nella propria posizione, cercando di sfruttarne doti di palleggio e proiezioni in avanti, ma latitando dal punto dell’impatto fisico. Miretti non sta attraversando un periodo solare, pochissimi minuti in campo di recente, e nelle ultime tre gare non si è mai alzato dalla panchina. Alla sua candidatura potrebbe venir preferito il dinamismo, la duttilità e la resistenza di un Cambiaso che, a partite in corso, ha già ricoperto più volte il ruolo in mediana con buon profitto. Al momento questa teoria pare la più accreditata.

Ipotesi 2   Locatelli mezzala e Nicolussi Caviglia come play potrebbe balenare nella mente di Allegri come esperimento, anche se l’ex milanista ha giocato per tutta la stagione nel suo ruolo davanti alla difesa, con una produttività invero altalenante, mentre il ragazzo valdostano si è disimpegnato con un rendimento appena sufficiente, quando ha dovuto acquisire le redini del gioco, messo in campo nelle emergenze; leggasi assenze di Locatelli.

Ipotesi 3   La Juve non ha mai giocato in questo campionato con il doppio play, insomma resta complicato pensare che in una partita complessa, e allo stesso tempo infuocata come la prossima, l’allenatore possa tentare una mossa azzardata, mai arrischiata in precedenza. Locatelli e Nicolussi Caviglia insieme, e accanto in campo, paiono ad oggi, più una soluzione teorica che realmente percorribile.

Ipotesi 4   Danilo sta cercando di recuperare dall’infortunio per rendersi disponibile per Napoli, ma la sua presenza nelle convocazioni è tutt’altro che certa. In caso di sua presenza e disponibilità, vale la pena tenere in piedi anche questa opzione per la mediana, con il ruolo già in passato ricoperto dal capitano, anche se con esiti non sempre confortanti espressi sul rettangolo di gioco. Considerando che il brasiliano arriva da uno stop fisico e il suo recupero giungerebbe in extremis, diventa difficile supporre un suo impiego sin dall’inizio, in una posizione a lui poco congeniale.

L’unica certezza per la sfida di domenica è che la Juventus dovrà saper tenere duro in mezzo al campo, mutuando atteggiamento, impostazione e manovra, per assecondare le peculiarità dei giocatori schierati, che hanno più inclinazione per palle basse, triangolazioni, gioco corto e inserimenti, con improvvisi strappi sulla trequarti che, in nuce, Charly Alcaraz ha mostrato di avere. E proprio il ragazzo argentino, a prescindere dalle scelte finali che verranno operate, sembra destinato a partire titolare per quello che può diventare il suo esordio dal primo minuto, con la casacca zebrata sulle spalle. Un match come quello di domenica andrà affrontato nella giusta maniera e con la testa lucida e ben accesa e, a prescindere dalle scelte finali di Mister Allegri conterà l'atteggiamento. La speranza del tifoso bianconero è quella di poter ritrovare una Juventus, vivace, tosta, carica psicologicamente, efficace nei contrasti e negli spazi stretti, brava a proiettarsi in avanti per poi difendersi a guscio, in maniera tetragona ed aggressiva. In definitiva, il diktat sembra chiaro: ritrovare tutte quelle caratteristiche fondamentali, atte a riportare gli equilibri e la compattezza, mostrate dalla squadra sino all’infausto pareggio casalingo contro l’Empoli. Magari con un centrocampo più agile, sgusciante, capace di velocizzare e rifinire, aiutato dagli esterni e dai ripiegamenti degli avanti.