Francesco Calvo: basta ai processi sommari sui media

Francesco Calvo: basta ai processi sommari sui mediaTUTTOmercatoWEB.com
martedì 7 marzo 2023, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Il pre partita di Roma–Juve e le parole durissime, saettanti, di Francesco Calvo, Chief Football Officer della Juventus. Lui rappresenta la società in questo delicatissimo momento, lui ci mette la faccia davanti a taccuini e microfoni, affrontando i temi scomodi legati all’extracampo, distinguendosi per eleganza ma allo stesso tempo infondendo accenti di decisione e perentorietà alle proprie dichiarazioni. Senza mandarle a dire, diretto, con vocaboli all'insegna di schiettezza e solidità, che illustrano la realtà fatta di sistematici attacchi in un’unica direzionalità, quella della Juventus. Il tema Dybala è la miccia che innesca il tritolo verbale del dirigente bianconero, portando la sua personale testimonianza di lavoratore europeo, per parecchi anni al di fuori dai patri confini. Le sue frasi pesano come un macigno e smascherano, se ancora ce ne fosse bisogno, un sistema tutto italico di concepire giustizia, elementi probatori, processi e sentenze. Calvo ci va giù duro quando si lambisce l’argomento Dybala, non certo per quanto riguarda l’aspetto puramente calcistico del giocatore e del suo grande contributo settennale sul campo con la maglia di Madama, ma quando viene innescato l’argomento concernente la situazione giudiziaria che riguarda l'argentino, ovvero la cosiddetta “Carta Dybala”:

"Da italiano che ha vissuto anni all’estero sono sorpreso quando leggiamo sui giornali notizie di atti coperti da vincolo. Sono in mano ai nostri avvocati ma ci tengo a sottolineare che nessun atto è stato vagliato da giudici. I giudizi si fanno in tribunale".

Una verità sconcertante che tutti possono toccare con mano da anni, la giustizia e i procedimenti nel nostro Paese si fanno sulla pubblica piazza, fabbricati sui codici di tv, giornali e media: le inchieste, i rinvii a giudizio, i processi e relativi verdetti arrivano dopo, sempre dopo. Semplicemente inaccettabile per un Paese civile. Sì, perché un Paese civile, entrato nel terzo millennio, dovrebbe essere garantista non solo a parole ma anche con i fatti, giova ricordare che: fino a quando un imputato non viene dichiarato colpevole, per legge, va considerato innocente. Invece l’Italia è tutt’altro, andando in direzione antipodica al diritto, non solo per lo sport, ma anche per fatti di rilevanza penale gravissima, in grado di ledere libertà, rovinare vite, distruggere cittadini. Il fattore più sconcertante sono le reazioni dell’opinione pubblica, pari allo zero, suscitate dall’acutissima denuncia di Francesco Calvo; nessuno sdegno, nessuna presa di posizione da parte di istituzioni politiche o calcistiche, segno che l’Italia ormai ha assorbito questa tipologia di comportamenti iniqui, che persistono da tanti decenni, senza nemmeno sentirsi lambita da un rigurgito lieve di osservanza delle leggi.

La Juventus sa bene che il campo su cui muoversi è questo, anche i tifosi stanno incominciando a capire, tramite una nuova coscienza informativa. Il concetto fondamentale che tutti chiedono alla società è quella di andare fino in fondo, senza mollare nemmeno di un millimetro. Perché il sentimento popolare creato ad hoc, non può e non deve sostituire atti di un processo o sentenze definitive, sbandierati in anticipo sui media. Mai come adesso Francesco Calvo, l’intera dirigenza Juve e la proprietà Elkann devono andare fino in fondo, al fine di salvaguardare la reputazione e l’onorabilità della Juventus F.C. dai processi mediatici stilati quotidianamente.