Fuga Per La Vittoria

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venerdì 23 maggio 2025, 14:02Le Bacchettate
di Alessandra Bacchetta
Se si vuole la vittoria a tutti i costi, bisogna sconfiggere ogni situazione.

Quando Igor Tudor ha accettato di allenare la Juve fino alla fine del mondiale per club, sapeva di prendersi una sfida ardua, quasi impossibile. Ma non ha esitato, perché quando si è cresciuti nella (seconda) Juve di un signore di nome Marcello Lippi, si è imparato che ogni partita è una battaglia, che non si lascia nulla agli altri senza combattere fino alla fine. E che vincere è uno stile di vita, non solo un risultato. E questo è esattamente il compito della Juventus nell'ultima giornata di campionato, domenica a Venezia.

Non importa quanti infortuni ci siano stati, non importa quanto si sia stanchi ed insoddisfatti, non importa quanto abbiano sbagliato Cristiano Giuntoli e Thiago Motta: importa solo chi c'è in quel momento, importa solo volere a tutti i costi vincere quella partita. Perché se si vince, si diventa intoccabili. Certo non voglio paragonare la situazione a quella degli ex giocatori alleati, prigionieri dei nazisti In Fuga per la Vittoria, lo splendido film del 1981 in cui figura anche un certo Pelé, ma i film sportivi sono sempre fonte di ispirazione. Di fronte alle vere avversità (infortuni, denutrizione in carcere, ecc) gli alleati giocano letteralmente per salvarsi la vita, ma c'è il tema di fondo che ci interessa: l'orgoglio del non tirare i remi in barca mai, ed il voler difendere il proprio onore, l'onore sportivo di chi si rappresenta, anche in campo, contro tutto e contro tutti.

Quindi, domenica Tudor dovrà far capire ai giocatori che, come cantano Marvin Gaye e Tammi Terrell "Ain't No Mountain High Enough": "non c'è montagna che si alta abbastanza, valle che sia troppo profonda, fiume che sia troppo largo (da guadare) che mi impedisca di arrivare da te", dove te non è l'amato o l'amata di turno, ma l'amata di sempre: la vittoria, che darebbe alla Juventus l'accesso alla Champions League la prossima stagione. Meno romantico di certo, ma ugualmente necessario per poter vivere col sorriso di chi sa di poter rimediare ad una stagione fatta di errori piovuti da un management che ha sbagliato quasi tutto. Ma che con un colpo di coda (tardi) ha messo in sella qualcuno che la Juve la conosce davvero e l'ha vissuta per come la Juve è veramente: Igor Tudor avrà, in ogni caso, solo meriti. Un eroe ci sarà comunque, come in ogni film. E sarà lui.