La poca cura dei dettagli in cui si sta perdendo la Juventus.

La poca cura dei dettagli in cui si sta perdendo la Juventus.TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 15 gennaio 2022, 07:45Opinionista per un giorno
di Vincenzo Greco
Comportamenti societari e tecnici che sembrano sintomatici di una mancanza di programmazione o quanto meno di attenzione.

Sarà pure una frase fatta, e a volte detta tanto per dire, ma che è nella cura dei dettagli che maturano i più grandi successi è molto spesso vero.
E proprio la Juventus, e proprio Allegri, ce lo hanno dimostrato in svariate occasioni.
Ora proprio la Juve, e proprio Allegri, si stanno confondendo nei meandri dei dettagli.

La mancata sostituzione all’ultimo decimo di secondo di Bonucci, che ha messo in confusione la squadra, e che doveva e poreva farsi almeno cinque minuti prima, anche per fare entrare itesta e muscoli del giocatore un minimo in clima partita, la storia della vaccinazione di Szczesny, che è dovuto arrivare allo stadio all’ultimo minuto e separato dal resto del gruppo, anche il rinnovo di Dybala, di cui si parla da ormai quasi due anni, dimostrano una così poca attenzione ai dettagli da risultare sorprendente, considerato il soggetto in questione, di solito sempre preciso.

Pare, da qualche tempo, che la Juve sia immersa in una nebbia che le impedisce di vedere bene e lungo e che la costringe a navigare troppo a vista. Un vivere alla giornata, un barcamenarsi, sia dirigenziale che tecnico, a seconda della situazione (“sul mercato interverremo se ci saranno opportunità” non è frase che sa di programmazione) e dell’avversario, che pare dettare ad Allegri formazione e modulo, che infatti cambiano di continuo.

Dicevamo di Dybala. Se la società non ha, o non ha più, fiducia nel giocatore, perché non venderlo quando poteva ricavarci qualcosa invece che rischiare di perderlo o, peggio ancora, rinnovargli un contratto di mala voglia motivati solo dal fatto di non perderlo a zero e sperando di rivenderlo subito dopo?

Anche sulla questione attaccante, emergenza sotto gli occhi di tutti, siamo passati dal notare che mancava un vice-Higuain alla mancanza di un vero e proprio Higuain: se prima mancava la quarta punta, ora manca pure la prima. Un difetto di programmazione non da Juve, e neppure da serie A.

La stessa gestione della cessione (chiamiamola così) di Ronaldo, comunque la si voglia vedere, e al netto delle scorrettezze del portoghese, non è stata di certo ottimale, tanto che si è arrivati a prendere Kean, proposto da Raiola, l’ultimo giorno utile, in una situazione in cui la società avrebbe preso pure una cassetta di pere ancora non mature acquistate nel peggior mercato rionale.

Non c’è, insomma, traccia di programmazione in questi comportamenti.

E dove non c’è programmazione non può esserci neppure cura dei dettagli, perché tutto pare indistinto, non incasellabile in un apparato razionale di azioni e reazioni, di scelte da compiere e comportamenti da adottare conseguenzialmente.

Tutto pare casuale, random, episodico e, tranne l’indistinto e generico richiamo alla sostenibilità e al risparmio, non si capisce la gerarchia delle cose che governa le scelte societarie, tanto da dubitare persino che vi sia una precisa strategia societaria.
Queste dinamiche di solito accadono proprio nei momenti di cambiamento, in cui i protagonisti attuali sanno che non saranno quelli futuri. Non mi stupirei se prossimamente vi saranno cambiamenti nel gruppo di vertice. Se così dovesse essere, c’è da sperare che siano fatti al più presto possibile per evitare questo momento di indistinta anomia.

Oltre che, ovvio (ma non tanto, a pensarci bene), sperare che i futuri dirigenti siano persone che abbiano a cuore il rilancio della Juve e non solo il ridimensionamento economico e finanziario.
Si può fare bene anche in momenti di forzato risparmio, purché si programmi per tempo e in modo coerente, si conosca bene il calcio, i giocatori, e si sia ispirati da una idea di gioco e di gruppo. Per evitare, tanto per fare un esempio tra tanti, di vedere in un Kean qualsiasi - scarto del PSG, dove pure aveva fatto qualcosa di buono, ma che né al Verona né all’Everton aveva lasciato tracce - quell’attaccante d’area di rigore che alla Juve manca da troppo tempo.

Vincenzo GrecoPensieri bianconeri