Analisi tattica: la Juve gioca a metà, limiti strutturali e poca imprevedibilità

Analisi tattica: la Juve gioca a metà, limiti strutturali e poca imprevedibilitàTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 00:30Primo piano
di Nerino Stravato

Due partite, due pareggi, stessa sensazione: questa Juventus gioca solo un tempo. Contro l’Atalanta (1-1 in campionato) e contro il Villarreal (2-2 in Champions) si è visto un copione che cambia soltanto nella distribuzione delle energie, ma che finisce sempre nello stesso modo: buone trame per una parte della gara, blackout e leggerezze difensive nell’altra.

Atalanta-Juventus: un buon avvio cancellato dagli errori

Con l’Atalanta la Juventus ha disputato un primo tempo di personalitàpressing altolinea difensiva coraggiosa con campo alle spalle, palla tenuta lontana dalla propria area e diverse occasioni create per andare in vantaggio. Una Juve vivaaggressivaconvinta.

Poi però è arrivato l’errore di Adzic che ha regalato il gol ai nerazzurri. Da lì in avanti la squadra si è spenta: meno lucidità, meno convinzioneAtalanta capace di alzare i ritmi e bianconeri incapaci di reagire. Solo un errore individuale della difesa di Juric ha permesso il pari, ma nel quarto d’ora finale, con l’uomo in più, la Juventus non ha trovato varchi. Un’occasione gettata al vento.

Villarreal-Juventus: male l’inizio, meglio la ripresa

In Champions la storia si è capovolta. Primo tempo disastroso, con il Villarreal padrone del campo grazie a un pressing feroce. I bianconeri non riuscivano a uscire dalla pressione e il gol spagnolo è nato da una doppia distrazioneGatti e Cambiaso non hanno letto l’inserimento di Mikautadze e l’assist di Pepe.

Nella ripresa Tudor ha cambiato volto alla Juve con l’ingresso di Conceição al posto di un evanescente Koopmeiners. Il portoghese ha acceso l’attacco, la squadra ha ribaltato la gara, salvo poi ricadere nei soliti errori. Su un calcio d’angolo difeso a zonaVeiga – il più classico degli ex – ha trovato un pareggio troppo facile.

Il problema strutturale: un sistema con pochi sbocchi

Dove nasce la difficoltà della Juventus? Non solo nei gol presi, che possono anche essere compensati se ne fai uno in più. Il limite principale è la scarsa varietà nelle soluzioni offensive. Con due soli centrocampisti centrali, la squadra spesso va in inferiorità numerica in mezzo, perciò la forza dovrebbe arrivare dalle fasce.

Ma sugli esterni giocano spesso adattati (KaluluCabal) o interpreti che, come Cambiaso, pur avendo qualità tecnica preferiscono stringere il campo piuttosto che andare in sovrapposizione. Così manca imprevedibilità: i trequartisti si ritrovano senza movimenti attorno e finiscono per dover puntare sempre e solo l’uomo. Una giocata leggibile, che facilita i difensori avversari.

In questo sistema, la soluzione classica dovrebbe essere l’ampiezzacross da un lato e inserimento dell’esterno opposto, come hanno fatto negli anni Gosens con Gasperini o Dumfries con Inzaghi. Nella Juve di Tudor, invece, questo schema ancora non si è visto.

Manca anche la ricerca della seconda palla: nessun attaccante o centrocampista si butta a contendere la sfera alta per poi allargare il gioco sui quinti. Tutto si riduce all’uno contro uno di YildizConceição o Zeghrova: se non trovano lo spunto, la squadra diventa prevedibile.

Un cammino positivo nei risultati, ma con avvisi chiari 

Al netto di quattro pareggi consecutivi, la Juventus non è in crisi di risultati: è a un punto dal primo posto in campionato e in Champions ha affrontato due avversarie di livelloBorussia Dortmund e Villarreal, portando comunque a casa due pareggi. Ma i segnali tecnici non vanno ignorati.

Se la squadra resta legata a un unico spartito, rischia di replicare la Juventus di Thiago Motta della scorsa stagione: buona struttura di gioco, ma poche alternative quando lo spartito non funziona. Per andare lontano servirà più varietà, più movimenti senza palla, più imprevedibilità.