Caliari (ex uff. stampa Juve): "La Juve degli Agnelli era il top dentro e fuori dal campo, ora è cambiato tutto"

Francesco Caliari, ex ufficio stampa Juve, è intervenuto oggi a "Cose di Calcio" su Radio Bianconera, per raccontare la Juventus che ha vissuto lui e parlare di quella attuale: “Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la stampa, anche se a volte qualche litigata l'ho avuta, ma si è sempre trattato di battibecchi di ordinaria amministrazione. Ne ricordo ad esempio una con Calabrese perchè avevamo portato in conferenza stampa Thuram e alcuni giornalisti avanzarono rimostranze perchè non ricordo chi avrebbero preferito al posto del francese".
"La Juve di oggi non è più la stessa semplicemente è cambiata la famiglia che ne detiene la proprietà. Una volta c'erano gli Agnelli e oggi ci sono gli Elkann, che sono una cosa completamente diversa. Io ho avuto la fortuna di lavora col dottor Umberto Agnelli e in una Juve fortissima, sia in campo come in società. Gente come Moggi, Giraudo, ma anche Romy Gai nel marketing...in tutti gli ambiti eravamo il top. L'immagine? Oggi quella dei club deve andare oltre l'aspetto calcistico, ma è sostenuta comunque dai risultati. Squadre come Juventus, Milan e Inter hanno obiettivi di immagine che vanno oltre il solo mercato italiano, perchè i tifosi sono anche un valore e il mercato ormai è mondiale".
Un altro tipo di mercato era allora come oggi quello dei calciatori: "Allora non si sapeva nulla dei movimenti della società in questo senso, nemmeno noi dell'ufficio stampa avevamo la minima idea dei nomi sui quali si muoveva il club, quelli li conosceva Moggi e nessun altro. La Juve di oggi? Credo che stia cambiano troppo, oggi c'è troppa confusione, mancano i punti fermi, anche se mi auguro che l'assetto che sta nascendo possa essere quello definitivo che riporterà il club al blasone che merita. L'anno scorso è arrivato quello che doveva essere il miglior direttore sportivo del mondo affiancato dall'allenatore migliore del mondo e abbiamo visto come è andata a finire, per cui oggi non ha senso dare giudizi, vediamo come si muoverà Comolli, vediamo i risultati che porterà e poi giudichiamo".
Ascolta l'intervento completo nel podcast allegato.
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