CdA Juve, Aicardi a RBN: "Preoccupato per Comolli ad. Bilancio in rosso? Abbiamo crocifisso Giuntoli, ma..."

CdA Juve, Aicardi a RBN: "Preoccupato per Comolli ad. Bilancio in rosso? Abbiamo crocifisso Giuntoli, ma..."TUTTOmercatoWEB.com
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di Fabiola Graziano

In attesa dell'inizio del CdA della Juventus, il presidente dei piccoli azionisti Paolo Aicardi è intervenuto ai microfoni della trasmissione "Rassegna Stramba" condotta da Claudio Zuliani sulle frequenze di Radio Bianconera. Tanti i temi affrontati da Aicardi, dall'imminente nomina di Damien Comolli ad amministratore delegato, al bilancio in rosso di 58,1 milioni di euro, fino  alla possibilità di vendere la società bianconera a Tether che fa il suo ingresso con l'11,5% del capitale. Queste le dichiarazioni di Aicardi:

"Bisogna aumentare il capitale, ma non basteranno 100 milioni di euro, visto che non andremo in Champions. Io credo che non ci andremo, per cui 100 milioni non saranno sufficienti. Ho brutti presagi.

Se mi aspetto la nomina di Comolli ad amministratore delegato e il saluto di Scanavino? Spero di sì, anche se sono preoccupato per la comunicazione. Comolli in che lingua parlerà oggi? Noi siamo una società di diritto italiano e quindi il suo amministratore delegato dovrebbe imparare l'italiano. Noi siamo abituati a Boniperti, Moggi, Giraudo, Marotta, un sacco di gente che ha fatto la storia e che di calcio ne sapeva. Qui invece è da un po' di tempo che di calcio se ne vede poco. Stamattina bisognerà portare alla luce anche queste cose.

I nuovi nomi del management operativo? I nomi proposti dal Consiglio di maggioranza sono di altissimo livello. Questo è un Consiglio che potrebbe guidare anche una multinazionale, una banca. Ma purtroppo in esso non c'è nessuno che sappia di calcio. Al momento anche il nostro ad in pectore lascia molti dubbi. Se volevo qualcuno come Chiellini? Io avrei voluto non solo Chiellini, ma anche qualcosa in più oltre a Chiellini. Poi dovremmo avere anche un livello manageriale, perché non c'è più un uomo solo al comando. Mi sembra di ricordare che i nostri periodi di grande successo sono coincisi con periodi di diarchia, Moggi e Giraudo, Agnelli e Marotta. I nomi al comando devono essere due, perché è difficile trovare una sola persona che abbia competenze calcistiche e competenze finanziarie, necessarie entrambe per gestire una società calcistica quotata in borsa.

Le lotte extra-campo? Fuori dal campo noi abbiamo sempre perso, mentre le altre società non sono neanche state toccate. Il dossier Napoli che fine ha fatto?

Vendere la Juve a Tether? Per vendere ci deve sempre essere uno che compra. Poi bisogna capire il prezzo e capire quale sia il sentiment della società e dell'ambiente. In questo momento c'è anche preoccupazione da parte di chi vende: e se dietro chi compra ci fosse anche Andrea Agnelli? E se Agnelli tornasse e il primo anno vincesse lo scudetto? Ci vorrebbe un input diverso da parte dell'azionista di maggioranza e poi ci vuole uno capace di farlo fruttare questo input. A oggi io non ho visto persone di questo tipo. Riprendere Marotta? No, Marotta rappresenta passato. Ci vuole un giovane che dia prospettiva di permanenza a lunga durata, ma per prenderlo è necessario un committment dall'azionista di maggioranza che fin qui non c'è stato.

Il bilancio? I costi sono diminuiti. Ma se facciamo campagne acquisti comprando giocatori che poi non vedono il campo, i costi non diminuiranno mai. Abbiamo crocifisso Giuntoli per Alcaraz e Tiago Djalò, ma Zhegrova e Openda non sono migliori, mi sembrano sulla stessa scia".