Juventus, precisione e attenzione: due chiavi per crescere
Tra Cremona e la sfida con lo Sporting Lisbona, la Juventus ha calciato 14 volte verso la porta, realizzando 3 gol (21,4% di efficacia) e subendone 2 su 4 tiri nello specchio (50%). Dati che evidenziano una doppia tendenza: la squadra di Spalletti produce tanto ma concretizza poco, mentre dietro paga ogni minima disattenzione.
Contro lo Sporting il portiere portoghese è stato determinante, ma resta il fatto che la Juventus avrebbe potuto chiudere la partita già nel primo tempo. A Cremona, invece, pur avendo trovato subito il gol di Kostic, ha sciupato diverse occasioni per chiuderla e, come spesso accade quando non si capitalizza, è bastato un errore individuale per riaprire la gara. Lì, come contro i portoghesi, il dato comune è la mancanza di precisione e cattiveria nei momenti chiave, in entrambe le aree.
Spalletti lo sa bene: per crescere, la sua Juventus deve migliorare nel timing delle giocate, nella lucidità sotto porta e nella soglia d’attenzione difensiva. Il tecnico chiede qualità non solo nel palleggio, ma anche nella mentalità: la tecnica individuale, per lui, non è solo tocco e visione, ma anche la capacità di aggredire il pallone, di leggere il momento giusto per recuperarlo, di non mollare mai mentalmente.
È su questa intensità che Spalletti vuole costruire la nuova identità bianconera: una squadra che domini, ma che resti concentrata e feroce fino al fischio finale. Solo unendo precisione e attenzione, la Juventus potrà trasformare le buone prestazioni in risultati e tornare a vincere con continuità.
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