Le tre mosse con cui Spalletti ha rivoluzionato la Juve
Spalletti ha guidato la Juve in sole due gare, ma già si vede un cambio radicale della squadra sotto diversi aspetti. E alcuni singoli sono rigenerati con l'arrivo del nuovo allenatore.
Due indizi solitamente non fanno una prova per poi emettere un giudizio definitivo, ma tra Cremonese e Sporting, Spalletti ha già mostrato segnali di cambiamento importanti rispetto alla Juve di prima. A diversi livelli. Intanto emotivo. La prima scossa è arrivata durante la conferenza stampa di presentazione, quando il neo tecnico ha parlato di scudetto. Nessuna presunzione e arroganza, anzi una certa tranquillità nello spiegare il perché di questa convinzione. Confortata da una situazione oggettiva, rispetto alla quale ancora non ci sono squadre definite, in grado di ammazzare il campionato. Sarebbe assurdo non provarci. Aver sdoganato di nuovo quella parola, cancellata dai vocabolari di Motta e dello stesso Tudor, ha fatto piacere ai tifosi della Juve, da cinque anni costretti a vedere i trionfi altrui. Ma soprattutto ha iniettato quantità importanti di consapevolezza e autostima ai giocatori. Mossa comunicativa, a sfondo motivazionale, quindi emotivo. In questo modo Luciano da Certaldo ha dato un segnale alla squadra e alle rivali. Della serie: “Ci siamo anche noi”.
Spalletti poi sta apportando modifiche tattiche alla sua Juve. Gradualmente, almeno sulla carta. In verità, a prescindere dai numeri con cui si connota lo schema, ci sono alcune scelte dal sapore rivoluzionario. La più eclatante è l'impiego di Koopmeiners come terzo a sinistra della linea difensiva, il cosiddetto braccetto. L'olandese ha libertà di impostare, essendo in possesso di piedi educati. Scelta provvisoria? Forse, se pensiamo a quando saranno disponibili Bremer e Kelly. Al momento va bene così, comunque sia è un'ottima chiave per recuperare il giocatore. Anzi, per farlo finalmente decollare sulla pista bianconera. Un elemento rispolverato dalla soffitta di Tudor è Kostic, tornato ad essere affidabile. Kalulu gioca finalmente nel suo ruolo, per non parlare di Vlahovic. Il serbo è ormai titolare fisso, con il nuovo status da leader. E grazie all'ex ct azzurro si sono riaperte le porte del rinnovo. Vedremo. Prossime missioni di Spalletti, Openda e David. Capitolo a parte Yildiz. Tra l'allenatore e il turco la scintilla non è ancora scoccata. Nessun allarme, sia chiaro. Il ragazzo vive un momento di stanchezza ed è tormentato da un dolorino al ginocchio. L'elemento più talentuoso della rosa, non potrà mai essere un problema. Infine l'atteggiamento. La Juve vuole fare la partita, comandare il gioco, attaccare. In un parola, ha coraggio. Anche in questo caso, in perfetta antitesi con Tudor e Motta. Benvenuti nella rivoluzione spallettiana.
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