Pogba-Juventus: la risoluzione non è così immediata e… conveniente

“Se Paul Pogba risulterà positivo al testosterone anche dopo le controanalisi, la Juventus è intenzionata a rescindere il contratto”. Lo abbiamo letto spesso negli ultimi tempi dopo la notizia che ha colpito l’ambiente bianconero come un fulmine a ciel sereno, ma la risoluzione è davvero così immediata, semplice e conveniente?
Intanto, ricordiamo che per le controanalisi bisognerà attendere il prossimo 5 ottobre, dopo che la prima data disponibile, quella del 20 settembre, ha subito uno slittamento a causa dell’assenza del perito. Senza entrare nel merito di una vicenda molto delicata e la cui verità sarà accertata solamente dagli organi preposti, dopo le controanalisi si aprirà la fase istruttoria della Procura Antidoping, i cui tempi possono essere più o meno lunghi (settimane se non mesi).
Gli scenari possibili sono diversi, dall’archiviazione al processo davanti al Tribunale Nazionale Antidoping, passando anche per il patteggiamento, che consentirebbe di accorciare sensibilmente i tempi. In caso di condanna o assoluzione, le parti potrebbero poi ricorrere al Tas di Losanna. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Bianconeranews, la Juventus non dovrebbe muoversi legalmente nei confronti del calciatore fino a quando la vicenda non avrà la parola fine con i tempi definitivi dell’assenza di Paul. Su questo aspetto c'è totale convergenza sia della società sia dell'area tecnica.
Quando ci sono di mezzo questioni legali, infatti, bisogna sempre muoversi con i piedi di piombo. Inoltre, per tutto il tempo della sospensione, Pogba percepirà il minimo sindacale di stipendio, ovvero circa 42mila euro lordi l’anno, più o meno 2mila euro al mese. Se ci fosse una risoluzione a breve, ad esempio, la società bianconera dovrebbe intanto restituire allo Stato quanto beneficiato dal Decreto Crescita. Ballano diversi milioni di euro dunque, sui quali in questo momento la Vecchia Signora fa benissimo a riflettere.
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