Beccantini: "Juve-Roma? L'ha vinta la squadra che ha creato di più"
La vittoria casalinga della Juventus contro la Roma è stata commentata anche dal giornalista Roberto Beccantini, che sui suoi profili social ha scritto:
"Over the rainbow, oltre lo scarto. Juventus-Roma 2-1 è stata una partita maschia, dai ritmi alticci, che poneva di fronte Spalletti e Gasperini, prestazionisti honoris causa. L’ha vinta, con pieno merito, la squadra che ha creato di più e più spremuto colui che, oggi, è il miglior portiere del campionato: Svilar. È stata serata di pressing efferati, di duelli rusticani (Bremer su Dybala, Mancini su Yildiz), di cozzi e contro-cozzi. Ogni palla persa, un attentato. Assenti di qua (Koop squalificato), assenti di là (Ndicka, Hermoso). L’equilibrio, l’ha sbloccato un taglio di Conceiçao, al 44’, su azione Yildiz-Cambiaso. Un bijou.
Senza centravanti, Gasp: e con la ditta Dybala (falso nueve)-Soulé così ai margini da essere smontata. Sono stati proprio i cambi, a fare i pignoli, ad aver disseppellito un minimo di suspense: Rugani, Baldanzi, Ferguson. Se per un tempo la Lupa poteva rivendicare il possesso palla (quasi mai, però, il possesso episodi), nella ripresa ha rischiato l’osso del collo, spaventata dall’essenzialità verticale degli avversari, e dalla loro velocità (oh yes).
Scritto en passant: una lama, il turco. Il bis di «Ollio» Openda, su cross di Zhegrova e assist di McKennie (dopo l’ennesimo miracolo del portiere), offriva argomenti all’esigenza di un «nove», non importa se forbito o grezzo. Sembrava in controllo, Madama, armonica e ormonica. Il tap-in di Baldanzi, al culmine di un rammendo Wesley-Ferguson, rigava le certezze senza, però, frantumarle. Il palo di Yildiz, da un lancio diagonale di Locatelli, è stato un graffio del destino, sì, ma non un morso. Non ricordo né parate di Di Gregorio, né minacce concrete. Bologna e Roma sono indizi pesanti. Così come, per l’ego di Trigoria, le sei sconfitte, quattro delle quali contro le big. È una Juventus dal «casino organizzato» (penso ai sentieri di Cambiaso, alla roulette di «Casinò Texas»), per dirla con il gergo di Fascetti. Come avrebbe chiosato il grande Tosatti: è tutto".
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