Kostic: 7 minuti per dimostrare di esserci
C’è una storia che merita di essere raccontata, lontano dai riflettori e dalle prime pagine. È quella di Filip Kostic, un giocatore che sembrava ormai fuori dal mondo Juve e che invece, passo dopo passo, sta provando a rientrarci.
Durante la gestione Thiago Motta, l’esterno serbo era finito ai margini del progetto: non rientrava nei piani tattici dell’allenatore e, per questo, fu mandato in prestito al Fenerbahçe. In Turchia Kostic ha ritrovato minutaggio, fiducia e rendimento: una stagione solida, da protagonista, che gli ha permesso di riaffacciarsi a Torino con un’altra consapevolezza.
Al suo ritorno, però, ha trovato una Juventus diversa — e soprattutto un nuovo tecnico. Thiago Motta era stato esonerato, e al suo posto era arrivato Igor Tudor. Il croato, nel suo primo confronto con la rosa, lo ha detto chiaramente: è rimasto «sorpreso» da Kostic, dalla sua disponibilità e dalla voglia di rimettersi in gioco. Parole che hanno riaperto uno spiraglio per un giocatore che, in silenzio, ha sempre lavorato con professionalità.
Tudor lo ha portato con sé al Mondiale per Club, dove lo ha anche schierato titolare in una delle partite del torneo. Un segnale concreto di fiducia, seguito poi da qualche apparizione anche in campionato. È vero, lo si è visto col contagocce, ma quando è entrato ha saputo incidere. Il suo corner per il gol vittoria di Vlahovic a Genova è stato uno di quei momenti in cui l’esperienza e la qualità fanno la differenza. E al Bernabéu, contro il Real Madrid, entrato al minuto 88, giocando 7 minuti in tutto compreso il recupero, è andato a un passo dal diventare l’eroe della serata: un sinistro potente e preciso che solo Courtois ha impedito si trasformasse nel gol del pareggio.
Kostic non è più il treno inarrestabile dei suoi primi mesi in bianconero, ma resta un giocatore utile. Nella Juventus che Tudor sta modellando, tra esperimenti di modulo e possibili ritorni al 3-5-2, un esterno con le sue caratteristiche — corsa, esperienza e piede educato — può tornare prezioso.
Forse non sarà più un titolare fisso, ma può essere una risorsa importante, una pedina affidabile da utilizzare nei momenti in cui servono ampiezza, cross o equilibrio. In una Juve che sta ancora costruendo la propria identità, anche chi parte in secondo piano può tornare protagonista. E Kostic, con la sua serietà e la sua voglia di riscatto, sembra pronto a farlo.
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