Lichtsteiner: "Conte e Allegri hanno l'ossessione per la vittoria: uno la manifesta, l'altro la nasconde un po' di più"

Lichtsteiner: "Conte e Allegri hanno l'ossessione per la vittoria: uno la manifesta, l'altro la nasconde un po' di più"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
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di Claudia Santarelli
L'ex giocatore della Juventus, Stephan Lichtsteiner, racconta Conte e Allegri.

Stephan Lichtsteiner, ex giocatore della Juventus, ha rilasciato un'intervista a la Gazzetta dello Sport, nella quale si è soffermato a parlare di Massimiliano Allegri e Antonio Conte.

"Voglio bene a entrambi e non posso proprio scegliere. Sono due grandi maestri, due allenatori vincenti. Hanno scritto la storia del calcio e ci faranno divertire ancora. Hanno l’ossessione per la vittoria: Antonio la manifesta, Max la nasconde di più, ma hanno bene in testa cosa devono fare per vincere. E trovano sempre la chiave. Sono tatticamente preparatissimi: studiano il calcio. Conte è più costruttore, Allegri più gestore. Ma ho letto e sentito tanti luoghi comuni su di loro. Non sono mica solo quello, hanno tantissime qualità".

"Il primo anno alla Juve non avevamo le coppe e quindi gli allenamenti erano devastanti. Ma anche con Allegri si lavorava duramente. Conte lavora molto sui dettagli, ti dice cosa vuole e tu devi farlo, non si discute. Allegri concede più libertà in fase offensiva e con lui puoi parlare un po’ di più se una cosa non ti convince. Con Antonio eravamo molto preparati su ciò che sarebbe successo. Forse il punto di forza di Conte è la preparazione della gara e quello di Max il modo in cui la legge dalla panchina. Ma sono bravi in tutto".

"Il terzo anno giocavamo a Verona, avevamo l’obiettivo dei 100 punti. Conte ci aveva già promesso due giorni di vacanza dopo la partita. Dopo venti minuti vincevamo 2-0. Nella ripresa ci addormentammo e al 94’ il Verona pareggiò. Antonio non ci lasciò liberi e ci convocò per la mattina dopo alle 8,30 a Vinovo.  A Crotone, aprile 2018. Nell’intervallo ci fece una sfuriata indimenticabile. Non era contento. Pareggiammo 1-1 e la settimana seguente perdemmo in casa con il Napoli, rischiando di compromettere lo scudetto. Ma dopo quel ko Max fu bravissimo, ci tranquillizzò dicendo che, se avessimo giocato al nostro livello, il titolo non ci sarebbe sfuggito. Altra lezione fondamentale: responsabilizzare i giocatori senza mettergli pressione. Certo, se i giocatori sono forti è meglio eh".