Pessotto: "I giovani sono fondamentali. Nessuno può vincere come la Juve"

Gianluca Pessotto, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport, ed ha parlato del suo ruolo alla Juventus e del futuro del club:
"Cosa è cambiato negli anni? Niente. C’è la stessa voglia di essere vincenti attraverso il lavoro e la compattezza: dalla società ai giocatori in un epoca in cui l’io è diventato più importante del noi, in un’epoca che esalta l’individualismo. Questo è il lavoro più complicato che facciamo, anche con i giovani. Ma la storia della Juventus ha nel dna vincere e quando non ci riesci pensare subito a come farlo la volta seguente. Ma se non c’è compattezza e un filo unico da sopra a sotto si fa fatica a durare nel tempo".
"Il mio ruolo alla Juve? Faccio da collettore e supporto tra la Prima Squadra e il mondo dei giovani tra i vari direttori per gestire al meglio i flussi dei calciatori che si muovono tra i diversi livelli. Cercando di valorizzare i calciatori, un lavoro complesso ma la fortuna è di avere a che fare con interlocutori che hanno sposato il progetto per cui sia l’allenatore della Next Gen che il direttore della Next Gen sanno che devono concentrarsi molto sullo sviluppo dei calciatori. In prima squadra in questi due anni sono stati lanciati da Allegri molti giocatori: sapevamo di avere calciatori di valore grazie a chi li ha presi e chi li ha gestiti ma non potrà essere ovviamente sempre così. I giovani sono fondamentali non soltanto per un discorso economico: vediamo l’entusiasmo e l’energia che portano in prima squadra per un gruppo che vive un mix virtuoso con chi ha esperienza. I giovani stanno regalando tanto oltre a quello che offrono in partita: hanno alzato l’intensità dell’allenamento, creando un unione di spirito nel gruppo che gode di un valore aggiunto".
"Il rapporto con i giovani? La velocità con cui devi trasmettere i concetti è cambiata. Devi parlare in maniera più diretta, non dilungandoti troppo. Poi devi essere credibile, è un attimo che ti sgamano se dici una cosa non vera. Hanno teste veloci e questo è stimolante. Oggi hanno tolto il vincolo pluriennale nei giovani di serie per cui si ha più facilità ad andare via. Oggi è più facile muoversi in tutti i sensi".
"La scuola interna? Alla Juventus siamo convinti che il percorso sui banchi vada di pari passo. Chi ha l’attitudine a concludere gli studi ha sul campo una determinazione maggiore. Avvertivamo l’esigenza di abbassare il numero di abbandoni scolastici nella seconda parte del percorso sportivo. I frutti li ha dati e ora vediamo che sta cambiando in Italia l’approccio della scuola in generale nei confronti di chi fa sport. La Juve è storicamente apripista".
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