Platini a Il Giornale: "Mi hanno voluto cacciare e lo hanno fatto inventando tutto"

L'ex giocatore della Juventus e presidente della Uefa Michel Platini, in una lunga intervista a Il Giornale, ripercorre con amarezza ma anche con lucidità alcune tappe della sua vita pubblica e privata. L’ex numero 10 della Juventus e simbolo del calcio europeo, che compie oggi 70 anni, ha parlato del tempo che passa, della passione per la vita, e di una fiducia – forse eccessiva – riposta negli altri.
Il tempo che passa e le radici familiari
“Papa Leone XIV è più giovane di me, e questo significa che comincio davvero a invecchiare”, scherza Platini con il consueto spirito. “Il fatto fondamentale della mia vita è sempre stata la passione. Me l’ha insegnata mia madre, che veniva da una famiglia numerosa e conosceva bene la vita, l’entusiasmo, la voglia di andare avanti.”
Un’educazione solida, basata su valori semplici e profondi: “Non ho mai preso uno schiaffo per i vetri rotti col pallone. La mia infanzia è stata felice, libera.”
L’Italia, la Juventus e un richiamo alle origini
“Scelsi l’Italia per un richiamo alle mie origini, non conoscevo nulla della Juventus ma mi feci trascinare. Fu una scelta di cuore, non di calcolo.”
Un percorso che lo ha reso una leggenda bianconera, ma anche un uomo profondamente legato al nostro Paese.
L’amarezza per l’allontanamento
“Il mio errore è stato concedere troppa fiducia a molti, a tutti. Sono aperto, è nel mio carattere. Ma questo mi è costato caro. Mi hanno voluto cacciare e lo hanno fatto inventando tutto.”
Con queste parole Platini si riferisce al suo discusso allontanamento dai vertici del calcio europeo, che lo ha visto coinvolto in vicende giudiziarie poi archiviate.
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