Michel, mon amour: auguri Platini, ma il vero regalo potresti farcelo tu...

Settant’anni. Di talento, di battaglie, di leggenda. Michel Platini oggi compie 70 anni, ma chi conosce l’anima della Juventus sa che il regalo più grande, in fondo, lo potrebbe fare lui. O meglio: lo potrebbero fare lui ed Elkann. Perché una Juventus che cerca se stessa, che ha smarrito stile e potere, non potrebbe sognare ritorno più potente di questo: Platini presidente della Juventus.
Michel Platini, geniale in campo, spiritoso e dissacrante fuori
Sul rettangolo verde era poesia tattica scritta col pennello di un numero 10 che vedeva linee invisibili agli altri, capace di toccare il pallone come si accarezza un'idea. Platini non correva: pensava. Non dribblava: suggeriva. Era l’unico in grado di illuminare la noia della zona con una punizione all’incrocio o un passaggio che rompeva l’inerzia come una bestemmia in chiesa.
Fuori dal campo, invece, era l’opposto del campione pettinato e aziendalista. Ironico, polemico, a volte spigoloso, sempre arguto. Era l’unico ex fuoriclasse che, intervistato, ti faceva ridere. E a disagio. Perché diceva quello che pensava. Su FIFA, UEFA, Blatter, gli arbitri, i soldi, la politica, la Juve, i francesi. Platini è stato il primo a fare gol anche dopo aver smesso di segnare, con battute che spesso valevano più di un assist.
Una volta disse: "Nel calcio moderno c’è troppa corsa e poca intelligenza. Io giocavo con la testa, mica con i piedi." E aveva ragione.
Platini è stato il genio che amava rompere gli schemi
Identità, cultura, stile. “Michel, ma belle”, direbbero i francesi. Noi diciamo: Michel, torna. Serve la tua classe, il tuo sguardo, la tua visione. Platini non è solo un ex fuoriclasse. È stato giocatore, dirigente UEFA, simbolo di un calcio che si muoveva con grazia ma decideva con fermezza. Uno che ha conosciuto e dominato il potere, senza esserne schiavo. In lui i tifosi juventini rivedono la stoffa dell’Avvocato Agnelli, quell'eleganza aristocratica e tagliente che oggi manca alla società come l’aria.
Oggi più che mai, dopo stagioni in chiaroscuro, servirebbe una figura capace di rappresentare la Juventus con autorevolezza e orgoglio. Elkann ha un’occasione irripetibile: non solo riscrivere una pagina di storia, ma ridare alla Juventus un’identità forte, riconoscibile, finalmente coerente con la sua eredità. Con Platini presidente, la Juve tornerebbe a dettare legge, come un tempo. Non con arroganza, ma con stile. Non con proclami, ma con la forza tranquilla di chi sa chi è e dove vuole andare.
Settant’anni per Platini. Ma, chissà, potrebbe essere lui a farci il regalo più bello. Uno di quelli che durano nel tempo, come un gol sotto la curva su punizione, come solo lui sapeva fare, o una frase dell’Avvocato. Bentornato Michel, se vorrai. La Juve vera ti aspetta. Nel frattempo, ancora auguri, caro Le Roi.
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