Affrontare il Bologna nel nome delle novità mostrate ad Udine

Una buonissima Juventus all’esordio in campionato. Un primo tempo da lustrarsi gli occhi, un secondo più misurato nella corsa e nell’azione ma una partita portata a casa con un punteggio squillante. Udine ha tenuto a battesimo alcuni segnali di novità che già si erano intravisti nelle amichevoli precampionato, quando il risultato non conta ma serve costruire, assemblare, provare nuove idee e concezioni tattiche. Nella prima gara con i punti in palio la Vecchia Signora ha fatto bene complessivamente, anche se i primi 45 minuti hanno fatto sussultare, di piacere, parecchi tifosi della Goeba. Possesso palla, fraseggi, recupero della sfera e pressione alta, unitamente a velocità e inserimenti, una ricetta che ha convinto e che deve essere bissata, possibilmente con un minutaggio maggiore, sin da domenica. Logico non poter osservare una Juve già in piena forma dopo una lunga e pesante preparazione estiva, ma dalla prima in casa contro i felsinei l’attesa è tutta per la riproposizione del canovaccio, andato in scena alla Dacia Arena di Udine.
La squadra di Allegri ha fornito anche un’altra sensazione, un nuovo spirito, rinnovato anche negli atteggiamenti degli interpreti in campo: tutti pronti ad aiutarsi, a ripartire insieme per cercare di raggiungere gli obiettivi preposti. Ecco, una squadra che si sostiene e si aiuta vicendevolmente in ogni singolo elemento facente parte della rosa, può rivelarsi una delle novità più azzeccate dopo un’annata avara di soddisfazioni ed entusiasmi. Una stagione quella passata in cui Madama ci ha messo parecchio del suo, con l’assillo extracampo che ha pesantemente infierito, minando l’integrità psicologica di un gruppo che, a parole e stante le dichiarazioni pubbliche, avrebbe voluto spaccare il mondo, ma che sul prato verde non ci è quasi mai riuscito. Prima ancora delle novità tecnico-tattiche, serve coniare una sintonia collettiva in tutti gli interpreti, le grandi compagini hanno questa peculiarità prioritaria. Se la base sarà questa, solida e compatta, grazie alla disponibilità di tutti, allenatore e staff tecnico potranno impiantare nuovi concetti e accorgimenti atti a migliorare il gioco, l’atteggiamento agonistico e la resa degli schemi studiati alla lavagna, compreso il fattore realizzativo che non è mai stata prerogativa forte di questa Juve. Ma che nel primo impegno di campionato ha partorito ben tre centri.
L’impegno di domenica all’Allianz Stadium, alle 18.30, si rivela importante per tutti questi fattori da confermare dopo l’abbrivio vincente, senza dimenticare che per fare cose importanti nella graduatoria del campionato, serve vincere. Troppe volte negli ultimi anni, i tifosi e gli addetti ai lavori si sono ritrovati a recriminare sui tanti, troppi, punti persi in match ampiamente alla portata, in cui la Juventus avrebbe dovuto imporsi. Un monito da tenere bene a mente e soprattutto da esorcizzare quando si scende in campo, le dichiarazioni addolorate nei post partita non servono a nulla, men che meno alla classifica. La Juventus, per Dna e blasone, ha da sempre pressioni e macigni ad adornare la leggendaria maglia a strisce, ma la storia lo insegna: ci sono momenti in cui voglia di rivalsa, unione e novità nei dettami tecnico-tattici possono avere la meglio sul recente passato infausto, trasformando la realtà e agevolando la costruzione di una squadra. Contro il Bologna è lecito attendersi un prosieguo di quanto visto al debutto in campionato, a prescindere dalla formazione iniziale che verrà schierata. La nuova Juve passa attraverso tutti questi incastri.

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