Allenare questa Juventus è per pochi
La gara di Bodo ci ha dato l’ennesima conferma: cambiano gli allenatori, ma questa Juventus è davvero una squadra difficilmente allenabile. Se negli ultimi 8 mesi i bianconeri hanno cambiato ben tre volte guida tecnica un motivo ci sarà… Massimiliano Allegri, prima dell’avvento di Thiago Motta, poi cacciato senza tanti complimenti, prima di subire il benservito si era lasciato andare spesso negli ultimi tempi a scene eclatanti.
E non parlo solamente delle manifestazioni di dissenso nei confronti degli arbitri, bensì anche e soprattutto delle rimostranze nei confronti dei propri calciatori in grado di combinarne di ogni anche in momenti n cui le partite si sarebbero dovute controllare abbastanza agevolmente. Celeberrima la rincorsa nei confronti di Yildiz e l’invito ad andare verso la bandierina nei minuti finali anziché cercare di avviare un’azione col rischio di subire un contropiede…
Luciano Spalletti l’ambiente lo ha disegnato benissimo dopo pochi giorni alla Continassa, parlando di strutture incredibili, di funzionamento societario impeccabile e di giocatori che probabilmente rischiano di essere schiacciati dal peso delle responsabilità. E quando non riesci a gestire le pressioni di una maglia come quella della Juve, non capisci i momenti delle partite, non sei capace di adattarti alle tante partite che nascono all’interno di una gara e rischi di rimanere sempre sulle montagne russe.
L’emblema di questa situazione sono le tante partite gettate letteralmente alle ortiche con Motta prima e con Tudor poi. Gare fatte di continui ribaltamenti di fronte in cui puoi vincere, ma anche pareggiare o perdere contro chiunque, anche contro avversari nettamente inferiori. Non sono dunque un caso i pareggi arrivati contro Sporting, Torino e Fiorentina dopo la vittoria all’esordio di Spalletti. In Norvegia abbiamo assistito ancora una volta a una gara pazza, con la Juventus andata sotto, ma che appena ha messo in campo più qualità e voglia ha ribaltato la gara anche abbastanza agevolmente.
Dopo l’1-2 la Vecchia Signora avrebbe potuto rimpinguare il bottino in diverse occasioni, ma al contempo ha concesso alcune transizioni pericolose agli avversari e al termine di una queste è arrivata la frittata di Cabal. Dal possibile 1-3 o 1-4, si è passati dunque al 2-2 a pochissimi minuti dal termine della gara, che è stata poi effettivamente vinta, ma per il rotto della cuffia. Insomma, non una vittoria da grande squadra, per come è maturata e per quanto fatto vedere da un avversario abituato a giocare in certe condizioni climatiche, ma tecnicamente molto modesto.
L’emblema del momento della Juventus è Spalletti che al 2-3 di David si toglie il cappellino di lana e si batte ripetutamente la testa invitando i suoi giocatori ad usare l’intelligenza piuttosto che l’istinto. Il tecnico toscano ha un gran lavoro da fare e sa benissimo che difficilmente i tondi possono diventare quadri. Per dare una totale sferzata all’ambiente servirebbero interventi strutturali massicci a questa rosa, ma al momento è oggettivamente molto difficile per questioni extra-campo. L’obiettivo nell’immediato è dunque quello di trasformare questa squadra inallenabile in mediamente allenabile, per porre le basi per qualcosa di diverso la prossima stagione. Si spera con lo stesso allenatore.
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