Giletti a RBN: "Juve, la vedo ancora dura ma la musica può cambiare con Spalletti"
Il gironalista e conduttore tv Massimo Giletti, grande tifoso della Juve, è intervenuto a Radio Bianconera per parlare della squadra di Luciano Spalletti dopo la vittoria in Champions in casa del Bodo Glimt: "Siamo passati in un attimo da Trenta giorni al buio al Sole di mezzanotte, grazie a Yildiz. Il clima non aiuta, la Juve però ha dei limiti, soprattutto mentali, che continuano da anni, ma è la prima volta che abbiamo un tecnico che ha vinto ovunque e è andato e vuole mettere un'impronta pesante - ha confessato a Fuori di Juve -. Può dare una svolta dal punto di vista del coraggio. E' stato un primo tempo disastroso, abbiamo evidenziato delle lacune tipiche, poi nel secondo tempo no ma all'improvviso siamo tornati a soffrire dietro. Ci sono dei cali di tensione gravi. La sensazione che tutti ci possano far male c'è. L'Inter magari perde ma dà la sensazione di esserci, noi no".
Si sono però sbloccati Openda e David: "Una scossa queste reti? Hanno giocato abbastanza poco entrambi, difficile giocare poco per poter lasciare i lsegno. Entrare così è sempre difficile, soprattutto quando si arriva in un nuovo campionato. Il problema del giocare alla Juve è che non ti danno mai tempo per aspettarti. Altrimenti cominciano subito incertezze, dubbi, ma questi sono ragazzi che hanno emozioni, dubbi. Penso che Spalletti sia importante, perché non è l'ultimo arrivato. Quando hai un fuoriclasse, questo ti risolve i problemi, che però rimangono. E' una squadra che non ha un regista ed è difficile giocare così ad alti livelli. Non voglio caricare questo successo di grandi significati, ma questa Juve è in costruzione da 4 anni. E' fragile, soprattutto a centrocampo. La vedo molto complicata ma la musica ora è diversa, perché Spalletti sa usare le corde giuste".
E ha aggiunto: "La Juve non deve aver paura di essere la Juve. Ho visto giocatori ieri che hanno fatto male, vedi Adzic. E' mancato di carisma, di personalità. La differenza la fa proprio questa. Servono giocatori di qualità". Si è visto però qualcosa di buono, vedi Miretti: "Ci ho sempre creduto, ma questi giovani vanno sostenuti e devono giocare accanto a giocatori di qualità. Dà un contributo importante proprio ora che non c'è Thuram. la qualità della Juve si può trovare col coraggio e col gioco".
Poi un commento su Vlahovic: "E' una situazione paradossale, ma io credo che il prossimo anno vada al Milan. Non è una certezza ma quasi, conoscendo Allegri. Temo che i giochi siano fatti ormai. Mi dispiace, è la dimostrazione di una Juve che doveva avere il coraggio di venderlo lo scorso anno. Dal punto di vista manageriale non puoi più permetterti di lasciar andare via a zero certi giocatori, come Dybala per esempio. Vlahovic credo che farà la stessa fine. Vlahovic, sostenuto dalla fiducia e con un sistema di gioco diverso, poteva fare di più. Oggi però, se fossi in Spalletti, farei giocare lui. E lo sta facendo. Ci ho parlato con Vlahovic e ho capito la sua voglia di starci con la testa dentro questa Juve, ma il mercato lo gestiscono i procuratori, che pensano ai loro interessi, alle commissioni. Spero che non sia come la penso io, però andrà al Milan. Allegri potrebbe fare di tutto come con Rabiot, che ha portato a Milano dopo un minuto che ha saputo che aveva litigato al Marsiglia". E ha aggiunto: "Non è una squadra da buttare via, deve credere in se stessa, trovare un regista".
Infine una battuta su Damien Comolli: "Io scelgo prima l'uomo che il calciatore, perchè è l'uomo che fa la differenza in campo. E non lo vedi dall'algoritmo questo. Un gruppo lo porti avanti con persone con qualità umane importanti. L'algoritmo da solo non è sufficiente".
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