Che Juventus sarà: in bilico tra fantas(y) e realtà
Le rivoluzioni portano sempre nuove opportunità ma servono tempo, assestamenti e l’allineamento di tutte le componenti che poi, ci si augura, diventeranno produttive a breve. Alla luce di un mercato importante in casa Juve, l’entusiasmo dei tifosi è montato alle stelle dopo anni di vacche magre, sul campo, e campagne trasferimenti non sempre eccezionali come risultati finali, e ancor più a riguardo delle leve che suscitano positività ed eccitata passione nei tifosi. La Juventus doveva mutare uno status quo ormai giunto in un vicolo cieco, ecco perchè l’imperativo della novità passa attraverso il moderno progetto di Thiago Motta, voluto fortemente da società, proprietà e soprattutto dal direttore Giuntoli, che ha rinvenuto nell’allenatore italo-brasiliano la scintilla per accendere un nuovo corso. E appunto di nuovo corso si sta parlando, a tutti gli effetti, con tutti gli annessi e connessi del caso. La speranza di tutti coloro i quali amano la Vecchia Signora è che questo new deal, in salsa bianconera, possa decollare in breve, brevissimo, tempo, portando subito dei risultati emblematici e importanti, che rendano il nuovo piano funzionale alle spasmodiche attese dell’opinione pubblica e dei tifosi, mentre i media saranno prontissimi a tirar fuori la carabina per fare le pulci ad ogni dettaglio. Chi segue la Juve da tempo sa benissimo di cosa si parla.
La realtà però impone cautela, ogni nuova pianificazione ha bisogno di essere varata, rodata, perfezionata ed eventualmente ritoccata nei meccanismi sul campo, nelle soluzioni che si intendono adottare, nella scelta di uomini e moduli, tutto ciò in sinergia con la massima e totale disponibilità dei calciatori a disposizione. Anche in passato alla Juve si è cambiato tutto o si sono tentate nuove strade da percorrere, alcune con immenso successo (Trapattoni-Lippi-Conte) altre con pochi riscontri oggettivi (Maifredi), altre ancora con risultati ottenuti sul prato verde ma privandole di continuità nel tempo (Sarri-Pirlo). L’unico fattore comune rispetto alle rivoluzioni apportate, è stato il bisogno assoluto di tempo per rintracciare e individuare gli automatismi e le nuove consapevolezze utili per cambiare approccio, modalità di gioco, ed espressione calcistica da applicare sul terreno. Certo, tutto sarebbe molto più facile se l’entusiasmo provocato da un nuovo progetto come quello attuale, potesse tramutarsi in una trama fantasy, dove tutti i desideri divengono realtà tangibile nell’arco di un lasso di tempo ristretto e risicato. Insomma, sarebbe meraviglioso poter assistere subito ad una Juve in formato “Dracarys”, con Thiago Motta capace di erigersi sulla plancia di comando, pronto ad urlare ai suoi ragazzi il comando supremo, quello capace di ridurre gli avversari in cenere, sportivamente parlando, chiaramente. L’immaginifico grido di battaglia “Dracarys”, mutuato da una celebre serie fantasy, rappresenterebbe la pura idealità per la nuova Juventus, ovvero osservare una squadra partire a razzo con tutte le nuove nozioni e i movimenti assimilati, a tempo di record, e capaci di sbaragliare il campo, annichilendo i competitor.
La Juventus riuscirà a trasformarsi in possente drago volante, capace di incendiare e distruggere gli stregoni di Qarth, all’udire del comando stentoreo del suo condottiero? Beh, in questo momento risulta difficile dirlo, nonostante l’entusiasmo tracimante della tifoseria zebrata che osserva Madama con occhi sognanti, cercando conferme e speranze ad ogni tocco di palla in allenamento e ad ogni azione e spunto nelle prime amichevoli estive. La speranza è sempre l’ultima a morire e non costa nulla alimentarla, la realtà però impone certamente ottimismo, accompagnato da prudenza e una buona dose di pazienza. Due fattori che, necessariamente, devono andare a braccetto in questa estate 2024, in cui la Juve mira a ricostruirsi per diventare combattiva e competitiva in tutte le gare che dovrà affrontare nel corso della stagione. Ottimismo sì, ma anche tanto sano realismo, poi se verranno bruciate le tappe, nessuno potrà dispiacersene.
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