La prima grana ereditata da Comolli si chiama Vlahovic

La prima grana ereditata da Comolli si chiama VlahovicTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:27Editoriale
di Antonio Paolino
Piaccia o non piaccia è lo stipendio la vera discriminante per la permanenza dell'attaccante serbo in bianconero

Alla Juve l'attaccante non manca più. Sembra essere questo il messaggio consegnato alla Continassa con il contestuale ingaggio di Jonathan David dal Lille. Un'operazione nel suo complesso coi fiocchi che ha riportato immediatamente ottimismo nell'ambiente e riaperto il caso legato al nome di Vlahovic. Il feeling col serbo, diciamola tutta, non è mai pienamente scoccato. Il suo amore per i colori bianconeri lo hanno aiutato all'inizio, ma ereditare il testimone da Cristiano Ronaldo lo ha praticamente frenato nel tentativo anche solo di voler riportare la Juve in alto a suon di gol. La dirigenza dell'epoca, da Agnelli a Arrivabene, si è lasciata abbagliare dalla necessità di rimpiazzare velocemente il tradimento di Ronaldo, sfilatosi a suo comodo e per opportunità dal progetto bianconero a fine estate del 2021, anticipando di un campionato la conclusione di quello che si intravedeva essere diventato – dopo il Covid – un esilio forzato da strapagare a suon di carte bollate. Tanto di cappello per la sequenza di super gol che hanno fatto sognare, forse illuso, i tifosi bianconeri, ma poi quanto accumulato ci è venuto a mancare con tutto il vuoto successivo al suo addio. Tre mesi in cui la dirigenza pensava di farla franca senza un vero e proprio sostituto, seppure con attaccanti certamente di livello, ma meno efficaci rispetto all'extraterrestre. Dybala, Morata e Kean davano l'idea di una coperta sempre un po' corta per quelle che doveva essere la concretezza in area di rigore. Tre mesi di colloqui, riflessioni, fino alla decisione di giocarsi tanto di quello che poi è l'epilogo di questi mesi, con l'esborso faraonico per strappare Vlahovic, a gennaio, alla Fiorentina. Settanta milioni più bonus e uno stipendio già incrementato cinque mesi dopo, dimostrano la scongiurata fiducia per un'operazione fin troppo affrettata.

Comolli – Col contratto in scadenza tra un anno, la grana se l'è trovata ora da gestire il neo dg Comolli. Neppure il tempo di sbarcare a Torino, pensare alle mille cose da riorganizzare col suo nuovo modello – ancora tutto da decifrare a partire dalle figure dei due direttori ancora da inquadrare – ed ecco il primo caso spinoso della sua gestione. La mossa di ingaggiare David è stata strategica e autorizzata dalla proprietà, pur di far condividere il primo nuovo tassello dell'organico ancor prima di qualsiasi altra decisione. Vhahovic e la Juve non possono permettersi di andare allo scontro frontale, ma ci sono andati vicini diverse volte. Avranno però tempo, trovando la via d'uscita auspicabile, fino alla ripresa dei lavori di fine luglio per accordarsi con una buonuscita. Il Milan è alla finestra e se così fosse lo smacco sarà ancora più profondo. Altre strade sono più rischiose e controproducenti. Sono infatti i 12 milioni di ingaggio il vero nocciolo (indigesto) della situazione, altrimenti come per David preso a zero, si potrebbe portare a conclusione anche il contratto di Dusan. Senza drammi, mostrando muscoli e finti sorrisi.