Il destino suggerisce una traccia: è l'ora dei giovani con fame da Juve

Il destino suggerisce una traccia: è l'ora dei giovani con fame da JuveTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 2 novembre 2022, 10:35Editoriale
di Vincenzo Marangio

Il giorno del compleanno è da sempre anche quello delle riflessioni. La centoventicinquesima candelina è quella più tormentata da spegnere per la Juventus che soltanto qualche anno fa era rea di aver monopolizzato la Serie A, mortificando ogni velleità da parte degli altri club. Inter, Milan, Napoli, Roma, Lazio o Atalanta non potevano fare altro che dividersi le briciole tra secondo posto e piazzamenti europei. La regina incontrastata era la Juventus. Poi gli anni che avanzano, qualche ruga che esce fuori portandosi dietro errori di lucidità che, al 125esimo anno di vita, si sta pagando. E allora, quest'anno più che mai, davanti a questa longeva e incredibile torta bisogna riflettere.

Occorre ricordarsi dove si era soltanto qualche anno fa, la forza, abilità e lungimiranza nel costruire un dominio decennale che non nasce per caso ma nasce dalla programmazione e anche, perché no, dagli errori del passato e quella voglia coltivata passo dopo passo di rialzarsi, di volersi riposizionare davanti a tutti, di sciacquare bocche con primati uno dietro l'altro. Con record insuperabili e storici. Poi la ruota gira, sempre, e i cicli finiscono, bisogna accettarlo e arginare le ondate per troppo tempo tenute a bada da dighe fortissime improvvisamente crollate. Bisogna lasciarsi travolgere dall'onda di tutto quello che si è lasciato dietro senza annegare e saper ripartire. 

E in questo momento, tra infortuni e necessità, il destino sta tracciando una strada: i giovani. Occorre ripartire dal loro entusiasmo, dalla loro voglia di fare, dalla loro energia, dal tempo che hanno trascorso guardando i loro miti in campo sognando di sostituirli per replicarne le gesta. Perché, poi, si ha la netta sensazione che a rispettare di più la maglia della Juventus siano proprio i giovani più che gli stessi senatori, e più guardi le partite e più non è soltanto una sensazione. Poi, però, ha ragione anche Allegri quando dice che ai giovani manca ancora il pezzetto finale di crescita e rimprovera Miretti che fa tutto bene e poi sbaglia l'ultimo passaggio o non tira in porta. Bene, giusto, e allora, a maggior ragione, facciamoli giocare, lasciamo che capiscano dove devono crescere ancora, anche sulla pelle di una Juventus malata che deve rialzarsi e che prima o poi, proprio grazie ai giovani, si rialzerà. 

Poi spetterà all'area tecnica ridisegnare totalmente le strategie della Juventus che verrà, sin da gennaio.
Spetterà ad Allegri continuare a puntare sui giovani senza paura, alzare il baricentro, puntare sull'intensità e alzare notevolmente il tasso di rischio, tanto ormai non ha nulla da perdere anzi, la sensazione è che comunque vada a fine anno non sarà più l'allenatore della Juventus e forse lo ha capito anche lui. 
E spetterà anche allo staff medico e atletico, chiamato finalmente timidamente in causa anche da Allegri, dare delle risposte e spiegare il perché dei tanti infortuni e dei biblici tempi di recupero.

Le candeline sono spente, è ora di trasformare i propositi in realtà. Con lavoro e ambizione. Questa è la Juventus.