Il futuro si scrive da ora, ma senza compattezza ambientale non si andrà lontano. Ora lasciate lavorare Giuntoli

Il futuro si scrive da ora, ma senza compattezza ambientale non si andrà lontano. Ora lasciate lavorare GiuntoliTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 22 maggio 2024, 22:33Editoriale
di Vincenzo Marangio

Una Coppa Italia vinta e praticamente non festeggiata, un allenatore salutato nel peggior modo possibile, molto anche per colpa sua e la solita tifoseria spaccata che si divide con qualcuno che vive il tifo solo con l'obiettivo di trovare bersagli interni da colpire. Andato via Allegri adesso è il turno di Giuntoli reo di non aver portato nessuno (manco ha cominciato) e di aver gestito in maniera burbera il rapporto con Allegri. Da quando ci si deve preoccupare dei modi? E poi quelli che si preoccupano del modus operandi della società non erano gli stessi che chiedevano finalmente dirigenti capaci di prendere decisioni nette? Ecco, la decisione è stata netta e neanche va bene. La verità è che a gran parte della tifoseria juventina piace da morire dividere e dividersi. Una follia. Soprattutto se penso che per le piazze di Torino, la vittoria della Coppa Italia è stata accolta come il successo ad un torneo estivo di pre campionato. Se questo è il clima, si comincia male e non aiuterà.

E sia chiaro, per carità, il diritto di critica è sacrosanto, così come è sacrosanto che ognuno abbia le proprie preferenze e il proprio gusto, ma poi viene un momento in cui bisogna ricordarsi che non tutti siamo dirigenti, non tutti siamo presidenti, non tutti siamo allenatori e non tutti siamo giornalisti. Riappropriarsi delle competenze significa anche questo: lasciare che ciascuno faccia il proprio lavoro e soltanto alla fine giudicarlo, nel bene o nel male. Può sembrare una cosa relativamente importante e invece la forza di un ambiente nasce anche dalla sua stessa coesione. Prendete la tifoseria della squadra che ha appena vinto lo scudetto: chiudono gli occhi anche davanti alle evidenze, ringraziano addirittura un presidente che non poteva (chissà perché) neanche presiedere ai festeggiamenti, lo ringraziano a mezzo stampa per aver lasciato un club sano (si, lo hanno scritto davvero) e poi si convincono e vogliono convincere il mondo che con il fondo Oaktree le cose andranno addirittura meglio. Con quale certezza lo dicono? Nessuna, per loro è così e basta e guai a pensarla diversamente. Nell'ambiente juventino, invece, si scarica un proprietario che ha investito un miliardo per ripianare i debiti e far ripartire il club in maniera sana e ci si auspica l'avvento di improbabili proprietà arabe. Questo significa aver perso un concetto di identità che i tifosi per primi devono ritrovare.

A proposito di identità, ieri dopo un primo tempo da mani nei capelli, sotto il diluvio di Bologna, qualcosa si è visto. Chi avrebbe mai pensato che in 8 minuti la Juventus, sia pure in un clima di festa con pochi stimoli, sarebbe riuscita a recuperare 3 gol in casa del Bologna, per altro con merito e qualità? E invece è andata proprio così, si è riaccesa la testa che ha avuto il grave difetto, quest'anno, di spegnersi spesso e a lungo ma ha dato prova, quando si accende, che non è tutto da buttare ma che c'è tanto su cui si può lavorare. Serviranno almeno 5-6 rinforzi, e qualche partenza ci sarà, il lavoro di Giuntoli, che dovrà raccattare il possibile (anche risparmiando sulle Women e settori giovanili), è delicatissimo e complicatissimo, ci vorrà tutta la sua juventinità. Ma ci vorrà soprattutto il supporto di un ambiente che, se si vuole suicidare, deve solo già sparare su un dirigente che ancora non ha cominciato a scalare la montagna. Ecco perché la compattezza ambientale sarà fondamentale.