L’identità della Juventus passa (anche) attraverso scelte dolorose

L’identità della Juventus passa (anche) attraverso scelte doloroseTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 20 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Andrea Di Lella

Un brodino caldo in attesa della continuità (CLICCA QUI). La vittoria con il Torino, fondamentale dal mio punto di vista, ha evitato nuove polemiche alla Juventus, già alle prese con numerose gatte da pelare. Vittoria meritata, prova appena sufficiente dal punto di vista del gioco con il Toro - di fatto senza attaccanti - ma 3 punti importantissimi per continuare la stagione. No, la Juventus non è guarita e da qui al 13 novembre diverse gare ci daranno modo di comprendere dove saranno i bianconeri, evitando di vedere “conclusa” la stagione anzitempo.

Ad oggi, con la barca che ondeggia, Allegri non ha ancora dato una chiara direzione di filosofia, di gioco e di poter migliorare i giocatori che, beninteso, hanno anche loro delle responsabilità evidenti sull’andamento di questa prima parte di stagione.

Da sempre, a maggior ragione da quando sono all’interno del sistema calcio, ho imparato che l’identità di un club è il risultato della somma formata dallo scouting ed il mercato - società - che fanno delle “promesse” sui calciatori, intese come visione progettuale e qualità tecnica; lo stile e la filosofia di gioco - allenatore - devono mantenere queste promesse. Purtroppo, dal ritorno di Allegri nella scorsa stagione, non c’è ancora l’identità che tutti vorremmo vedere, la base di futuri trionfi.

Oltre a questo fattore, non possiamo sottovalutare le “grane” con alcuni calciatori: fermo restando che il ritiro post gara contro il Maccabi ha assunto tutti i contorni di una farsa che sembra servito solamente per placare gli animi di molti tifosi - quelli che ci hanno creduto - non posso non notare una spaccatura tra il capitano bianconero, società e tecnico.

Non è un mistero che i rapporti tra Bonucci e Allegri non fossero idilliaci in passato e non lo sono oggi. Dal proprio ritorno sulla panchina bianconera, Allegri ha punzecchiato Leo diverse volte, contribuendo a non migliorare le cose. La bomba sganciata dal Direttore Antonio Paolino nei minuti antecedenti al derby, con Bonucci che avrebbe chiesto la cessione fin dalla prossima sessione di gennaio, è deflagrata con il mancato impiego del difensore, poi entrato nel secondo tempo.

Mi fa piacere ripetere le parole e l’indiscrezione che ho avuto modo di dire nel post gara di domenica scorsa su Bianconera TV (CLICCA QUI).

A me risulta che Bonucci non sia più considerato indispensabile da tecnico e dirigenza e, anche in relazione al suo contratto che scade a giugno 2024, se ci fossero le condizioni favorevoli a società e calciatore, la sua cessione - più per giugno che per gennaio - sarebbe tutt’altro che da escludere; alla Juventus, inoltre, farebbe comodo liberare spazio nel monte ingaggi.

Oltre ad alcuni club di Premier League che stimano da tempo il calciatore, attenzione alla Roma, dove Mourinho ne è un estimatore da anni e, se le condizioni di cartellino e stipendio lo dovessero permettere, sarebbe il primo nome che farebbe alla dirigenza giallorossa per puntellare ed aggiungere qualità in difesa.

Inoltre, altra cosa da non sottovalutare, Bonucci a Roma sarebbe quello che non è - o non è considerato da tutti - a Torino, un leader rispettato da tutto lo spogliatoio ed osannato dai tifosi senza troppe discussioni.


Nella Juventus alla ricerca di identità, la chiarezza e le decisioni - anche impopolari - dovranno servire proprio per dare la giusta direzione al club.

Non resta che attendere…