La sana follia di credere nei giovani e nel campionato

La sana follia di credere nei giovani e nel campionatoTUTTOmercatoWEB.com
Antonio Paolino
lunedì 31 ottobre 2022, 12:50Editoriale
di Antonio Paolino
La Juve vince a Lecce di corto muso con la spregiudicatezza dei giovani e la necessità di credere in loro e almeno nel campionato

La vittoria di Lecce, la terza consecutiva in campionato, non dimostra né più né meno quello che (quasi) tutti abbiamo capito: la Juve di quest'anno è, tra alti e bassi, una squadra normale. Non spaventa, ma si spaventa facilmente mostrando poche idee e tanta insicurezza. Ma altrettanto in fretta ritrova quella dose di fiducia che aiuta a far credere di aver superato tutti i guai. Purtroppo non è così. Lo dice l'analisi attenta e la cronologia delle partite di questa stagione “folle” e di quelle delle storia bianconera a cavallo dei periodi caratterizzati dalle incertezze, quasi sempre societarie.

In passato Toro, Empoli e Lecce avrebbero rappresentato il ponte verso l'impegno principale della stagione, una sorta di triplice allenamento agli imprevisti sempre ben presenti nel calcio. Quest'anno sono diventati gli appigli per risollevarsi e lanciare qualche segnale positivo all'ambiente esterno. Si riparte, o meglio si rimane a galla anche così, ci mancherebbe, ma denotano la forte fragilità nel condurre agevolmente il timone della stagione. In mezzo, la mazzata di Lisbona e ancor prima, a cicli semiregolari, le altre tre di Coppa. Senza pensare ad un calendario che in campionato finirà con i botti degli scontri diretti, dall'anno scorso non proprio il punto forte della gestione Allegri. Ma quali sono i problemi? Molto semplice. Prima di tutto, per poterli risolvere, bisognerebbe almeno ammetterli. Anche pubblicamente, davanti ai microfoni, senza dribblare le domande neppure così scomode degli interlocutori.

Situazione - I conti si faranno alla fine, augurandosi di non peggiorarli dopo la pesante e fallimentare – come quella di chi non l'ha disputata per tanti anni – eliminazione già alle fasi a gironi della competizione aggiusta “conti” come la Champions League. Quattro sconfitte su cinque, scongiurando la quinta contro il Psg, hanno mandato in fumo circa 30 milioni e fatto saltare i nervi in un (quasi) tutti contro tutti all'interno del club già bello scosso dal ritorno dello tsunami sulle false comunicazioni economiche e finanziarie. Non è facile prendere decisioni, tecniche e societarie, in questo momento. Serve aspettare che la tempesta passi. Le carte ritrovate dalla Procura torinese, sempre molto solerte rispetto ad altre, non rassicurano neppure i giocatori sulle tempistiche degli stipendi non ancora incassati e a cui ufficialmente hanno rinunciato. E se a questi si aggiungono i conti balbettanti del campo, ecco che la situazione è la più difficile degli ultimi tre anni proprio perché la si è fatta scivolare sugli allori delle vittorie ottenute. 

Giovani – Gli infortuni e il mondiale alle porte pongono poi altri quesiti. E li conosciamo tutti. Alcune scommesse sono state azzardate: da Sarri fino a riprendere Allegri, ma anche nel non capire che il Covid imponeva scelte coraggiose come il puntare sui giovani della propria “cantera” o già nei radar del club. Ecco allora che il gol di Fagioli non deve essere l'eccezione così come l'impiego di Gatti, Iling, Miretti. Soulè. Di chi e se merita. Non è più tempo di dosare, ma di centrifugare. Per il bene della Juve e dei suoi conti.