La stessa Juve di un anno fa questa volta esagera

Con tre gol di scarto la Juve non vinceva da tempo e soprattutto non lo faceva in modo così abbondante – e convincente per almeno una frazione di gioco – allo scoccare di un nuovo torneo e con tutto quel retrogusto amaro ereditato dal vecchio. Restiamo coi piedi per terra, ma intanto godiamoci questa vittoria: per alcuni normale, per altri convincente e per chissà quanti solo fumo negli occhi. Nulla di tutto questo, ma qualcosa che potrebbe lasciare impresso il nuovo timbro di fabbrica. I piani “allegriani” non cambiano, e lo abbiamo capito dal basso profilo delle spiegazioni al termine della partita, ma qualcosa di diverso nell'atteggiamento si è visto eccome. Una Juve più aggressiva, di conseguenza anche più coraggiosa e giocoforza costretta a concedere qualcosa più del solito all'avversaria. Il calcio moderno detta queste linee e a nessuna latitudine, con una vittoria così netta, si guarderebbe mai il bicchiere mezzo vuoto. Battere in trasferta l'Udinese con tre reti di scarto e senza subirne, nonostante lo meritasse anche solo per alcune occasioni sventate da Szczesny, dovrebbero offrire i giusti presupposti per accrescere l'autostima nel gruppo e nei tifosi. E lo dico sarcasticamente - per chi sa come la penso - per l'ultima volta: nonostante l'allenatore. Eppure tolti Weah e Cambiaso dalla formazione titolare, la Juve era quella disegnata sulla carta un anno fa e attesa fino allo sbocciare di ieri sera con l'accoppiata Chiesa-Vlahovic. E allora cosa è cambiato? Cosa ha studiato Allegri rispetto a quei due campionati vissuti nell'ozio pesantemente retribuito e nei successivi viziati da tanti alibi e zero trofei? Sarebbe interessante ascoltare quanto distano le vostre spiegazioni dalle sentenze già trite e ritrite sull'allenatore.
Mercato – Dopo aver visto tornare il sorriso sulle bocche di Chiesa e Vlahovic, tenute coperte dalle mani e dalla rabbia della rivalsa dopo mesi difficili per i guai fisici di entrambi, si tratta ora di decidere che Juve si vuole, o si può, costruire per il futuro. Si rischia di vincere qualcosa restando anche così, ma con le stesse percentuali ce ne si potrebbe fare una ragione se si trattasse anche solo di un'annata di transizione. Le due precedenti sono state tra le più sbagliate della storia bianconera. Quella di quest'anno, con la giusta dose di fortuna, potrebbe invece rappresentare il punto di rottura e di svolta. Lo si legge nell'atteggiamento dei veterani, ma che poi così tanta storia juventina nel sangue non ce l'hanno. Lo si intravede nei giovani di qualità finalmente messi nelle condizioni di mostrare fame e valore. Ecco perché si tratta adesso di cogliere le cosiddette occasioni di mercato, aggiungendo e non togliendo, evitando di rimodulare tutto attorno a nomi oramai sfumati e poco utili per aggiungere certezze poco scontate. La Juve l'anno scorso aveva segnato la pochezza di diciotto reti in trasferta. Ne ha realizzati già tre. Buona la prima. E per giudicarla senza paraocchi e pregiudizi basta apprezzarla per quello che è (stata).

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